Laura Lincesso, Nomade Digitale sulla Via della Comunicazione Integrata di Brand
Percorso universitario, master formativi, esperienze di lavoro. Così giovane e così dinamica, Laura ha seminato molto ed ora è tempo di raccogliere
Laura Lincesso ha letteralmente hackerato le candidature della Digital Combat Academy. Chiunque entri a far parte dei nostri Corsi in Aula, difatti, deve necessariamente inviare una Video-Candidatura di massimo 2 minuti. È un modo per vedersi, ottenere elementi aggiuntivi sulla persona e dunque tracciarne un profilo per verificarne l’idoneità.
Laura è l’unica persona che è riuscita a bypassare questo meccanismo. Prima attraverso una telefonata particolarmente sentita, poi attraverso una magnifica lettera di due pagine che, per motivi di riservatezza, non pubblicheremo. Come scuola ci eravamo dati un’unica, vera, grande, inconfutabile regola di ingaggio: no Video-Candidatura, no accesso in Aula. Ma le regole lo sappiamo. Sono fatte per essere infrante.
Lasciamo la parola a Laura, e alla sua visione delle cose, perché la riteniamo migliore di qualunque descrizione. Ha dimostrato dinamicità, fantasia e una grande, genuina umanità. Laura ha soprattutto seminato tanto nella sua vita, e in poco tempo. Dunque sta a noi della Digital Combat Academy, ora, far germogliare il suo percorso professionale. Una grande responsabilità, una piacevole sfida. In bocca al lupo, cara Laura.
Quali ritieni siano i limiti principali della formazione tradizionale?
“Sono uscita dal mondo universitario nel 2012 e pur avendo frequentato un master e dei corsi di specializzazione, immagino che ci si riferisca alla realtà formativa accademica e istituzionale. Se è di questo che parliamo, penso che uno dei limiti sia il distacco tra la teoria e quindi il background storico di riferimento e il pragmatismo del presente che richiede conoscenze di strumenti essenziali per il mondo del lavoro. Ma penso che non sia un caso che l’impostazione accademica ci formi in maniera parziale o per così dire incompleta. Diversamente, non ci sarebbe la necessità di corsi come il vostro.
In ultimo penso che tutto sommato non me la sento di dare responsabilità completa al mondo universitario per questo scollamento ‘dimensionale’ tra teoria e pratica, studio e lavoro. Ritengo infatti che sia discrezione del singolo approfondire aspetti sconosciuti e pratici, al di là del proprio percorso di studi. Decidere di rischiare, intraprendendo nuove esperienze che possano indirizzare meglio attitudini e passioni, accrescendo al tempo stesso competenze e capacità personali”.
Quali sono le 3 lezioni fondamentali che ti senti di condividere riguardo il libro ‘Change. La formazione e la soluzione dei problemi’ di Paul Watzlawick?
“Tre lezioni fondamentali ma sopratutto tre passi che si susseguono in quello che definisce il meta-cambiamento: non è necessario né benefico focalizzarsi sulla risoluzione di un problema, combattere una difficoltà significa ingigantirla; è necessario, invece, lasciar scorrere le cose come vengono; adottare un comportamento di accettazione (per quanto sembri assurdo in alcune situazioni) e la risoluzione, cioè il cambiamento, si verifica da sé.
Ricorda un po’ il Wu Wei, il ‘non agire’ taoista”.
Guardandoti indietro, qual è l’esperienza di lavoro migliore che hai attraversato e cosa senti di esserti riportata a casa da quel contesto?
“Pensandoci, non mi sento di poter essere così assoluta nell’esprimere questa considerazione. Ogni esperienza è stata per me parte di questo percorso. Ritengo comunque che gli anni di esperienza nella comunicazione per il no profit siano stati per me fondamentali. Per tanti aspetti, professionali ed emotivi. Comunicare valori è tanto bello quanto difficile; generare un impatto successivo è ancora più difficile nella realtà che stiamo vivendo. Lavorare con poco budget a disposizione, ha fatto sì che mi dovessi giostrare in più ambiti e aspetti della comunicazione, approfondendo al tempo stesso tematiche scientifiche a me estranee. Nel complesso direi un’esperienza stimolante, al di là dei limiti personali e/o organizzativi”.
Azienda, agenzia, startup tra i contesti. Roma, Milano, Europa tra le località. Lavoratrice, freelance, imprenditrice tra i ruoli. Cosa vedi per il tuo futuro da qui ai prossimi 24 mesi?
“Non sento di poter escludere nessuna di queste realtà organizzative in questo momento. Ci sono molte condizioni che possono influenzare una scelta del genere: adesione alla mission dell’organizzazione, specifiche competenze personali che potrei o non potrei avere adeguate, rapporto equo tra remunerazione e impegno. Il dove è una domanda a cui risponderei con più incertezza. Vivo a Roma al momento, ma mi sento più cittadina del mondo. Forse più che stabile in un posto mi vedo una nomade digitale.
Al momento sono freelance dopo essere stata sempre lavoratrice dipendente. Imprenditrice non lo escludo, non appena mi sentirò pronta potrebbe essere il passo successivo. Non posso vedere così avanti, ma sento che saranno mesi pregni di significato e io un continuo divenire col mondo”.
Fatto 100 il numero di competenze legate al marketing digitale, quali sono le materie di cui avere anche solo un primo contatto e quali quelle su cui vuoi premere l’acceleratore della conoscenza?
“Ho necessità di sviluppare le mie conoscenze in maniera integrata, così da maneggiare con cognizione di causa la gestione della comunicazione di un’azienda. Non per presunzione di voler saper fare tutto, ma per non escludere nulla dal mio campo cognitivo e di possibilità future, coadiuvandomi al meglio con altri professionisti.
Dopo un avvicinamento alle materie del corso, vorrei prendermi la certificazione Google su Analytics e AdWords. Acquisire competenze sul proximity marketing e approfondire le tecniche di social media marketing. Sicuramente altri stimoli arriveranno presto con il Corso in Aula della Digital Combat Academy”.
Qual è per te la differenza tra migliorare il mondo e conquistarlo?
“Il mondo è già nostro, dobbiamo solo migliorarlo!”.