Gianluca Fazio, Uno Sguardo Famelico Verso il Mondo del Lavoro
La Laurea in Scienze della Comunicazione, lo stage nella Web Agency, la passione per il Social Media Management. Incontriamo Gianluca nel momento perfetto
Della Video-Candidatura di Gianluca ci hanno colpito soprattutto lo sguardo buono e l’approccio umile. Sembrerebbe un paradosso, in una scuola che si professa alla caccia di persone affamate, eppure Gianluca ha espresso al meglio lo spirito ‘famelico’ che andiamo cercando nei nostri studenti.
‘Famelico’ non sta per assetato di sangue, o disposto a qualunque cosa pur di avanzare nella vita. ‘Essere famelico’, per noi, significa essere motivato a raggiungere un obiettivo e avere in testa come farlo. A giudicare dalla Video-Candidatura che ci ha inviato, e dalla sua intervista che apprezzerete tra poco, Gianluca è semplicemente il candidato perfetto per noi della Digital Combat Academy.
Il background accademico ha strofinato il suo terzo occhio per comprendere meglio il mondo che lo circonda. L’esperienza di stage in agenzia di comunicazione gli ha permesso di saggiare il terreno di lavoro a cui l’Università l’aveva indirettamente direzionato. Infine, i suoi interessi professionali gli concedono di vedere nel futuro e, al contempo, capire quali possono essere i passi che lo condurranno lontano.
Con i social media nel cuore, e l’analisi dei dati nel mirino, non possiamo che fare un grande in bocca al lupo a Gianluca per la sua imminente esperienza formativa. Sarà suo compito allargare il proprio set di competenze pratiche. Sarà nostro compito metterlo nella condizione di imparare quanto più possibile. Per tornare, un giorno, a combattere in ufficio più forte che mai.
Ecco a voi la sua intervista.
Cosa ti sei riportato a casa di positivo dalla tua esperienza universitaria in Scienze della Comunicazione?
“La prima esperienza in campo universitario è sempre un’interessante scoperta: un cervello settato in modalità ‘liceo’ impara a interfacciarsi con l’istruzione 2.0 e ad approfondire diverse tematiche.
Scienze della Comunicazione per me ha rappresentato una classica quanto necessaria infarinatura generale, che ha posto le basi e le radici per il mio futuro: i primi approcci al Marketing, alla Sociologia e a tutte quelle discipline satellite che mi hanno aiutato ad aprire la mente e a capire meglio il mondo fluido nel quale siamo immersi.
Mi ha permesso inoltre di conoscere delle persone fantastiche che sono diventate con il tempo pilastri della mia vita”.
Quali ritieni siano i limiti principali della formazione tradizionale?
“Questa rappresenta, dal mio punto di vista, una questione particolare quanto semplice: facendo leva sul mio trascorso e ascoltando il vissuto di diverse persone e colleghi, sono giunto alla conclusione che i percorsi di laurea siano semplicemente un trampolino di lancio, un concreto e non bypassabile aiuto per raggiungere Il proprio obiettivo.
Dopo il salto, però, bisogna impegnarsi per raggiungere la vetta.
Nonostante alcuni corsi di studio offrano la possibilità di cimentarsi su Project Work concreti, devo dire che la pratica, l’esperienza e il sudore che si riversa all’interno di un ambiente lavorativo è per ora uno step che manca all’interno di un corso di laurea ‘tradizionale’.
Tutto ciò si traduce in una sorta di Digital Divide tra la formazione e l’ambiente lavorativo. Sarebbe curioso, in quest’ottica, assistere alla nascita di corsi di studio con un’attitudine più propensa e concreta verso le competenze richieste dal mondo del lavoro. Chissà cosa ci riserverà il futuro dell’istruzione”.
Uno stage di 8-9 mesi non è da tutti. Come hai ottenuto questa opportunità?
“Dopo aver conseguito la laurea specialistica in Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’Impresa ho iniziato subito a rivolgere uno sguardo vigile e famelico verso il mondo del lavoro.
Così, dopo poco tempo, sono entrato a far parte del roster di una piccola Web Agency. Questa agenzia, nonostante l’assenza di figure Senior o di supervisori competenti, mi ha lanciato nel campo di battaglia lavorativo, permettendomi di entrare in contatto con diversi clienti, dalle esigenze più disparate.
È qui che la mia passione per il Social Media Management si è interfacciata per la prima volta con l’ambiente di lavoro. Molte cose le ho imparate da solo, mosso dalla mia passione e curiosità sul campo, molte cose, invece, necessitano di essere perfezionate e assorbite: in un settore fluido e in costante movimento come quello Digital è impensabile non rimanere aggiornati ogni giorno in maniera continuativa”.
Azienda, agenzia, startup. Cosa ti affascina principalmente del social media management e che strada specifica ti sentire di voler prendere in questo settore?
“Personalmente, trovo il Social Media Management una pratica affascinante perché richiede tempo. Diffidate da chi garantisce risultati immediati attraverso i Social Media: costanza, dedizione, analisi e monitoraggio sono caratteristiche fondamentali per una strategia di successo.
A volte mi diverto ad associare questa professione alla cura di tanti piccoli e complessi orticelli digitali, ognuno con una propria peculiare caratteristica. Un pollice verde digitale che mi porta ad annaffiarli costantemente, rispettando le loro regole e tempistiche.
Per quanto le agenzie siano contenitori di una pluralità di sfide con obiettivi, target e pubblici diversi, trovo che la passione e l’amore veicolati all’interno di un progetto singolo o personale, come una Start Up, siano gli ingredienti che possano dare più gratificazione nel lungo periodo”.
I social media sono creatività, capacità di scrittura, analisi dei dati e tanto altro. Quali sono le sfaccettature dei social media che senti di voler approfondire?
“Difficile scegliere con precisione, nel triangolo Social Mediatico sono tutte caratteristiche fondamentali di cui tenere conto con pianificazione e ingegno.
Una delle parti più interessanti, a mio avviso, è composta da tutta la procedura di analisi dei dati, sia in corsa durante una campagna, per aggiustare il tiro, sia alla fine, per tirare le somme di tutto il lavoro svolto.
Imparare a leggere e tradurre con cura e attenzione questi dati è uno degli aspetti che mi incuriosisce di più e sul quale vorrei concentrarmi maggiormente”.
Stacchiamo dal contesto lavorativo e arriviamo a quello personale. Che ruolo dai alla musica nella tua vita e come persegui questa passione?
“La musica è parte della mia vita sin dall’adolescenza, quando con orecchie curiose e affamate ascoltavo tutto ciò che i media principali trasmettevano.
Quando Internet entrò timidamente nella mia cameretta, con il caro vecchio modem 56k, ampliai i miei orizzonti musicali in maniera autonoma, sviluppando gusti personali e virando da quella che era la classica concezione di musica ‘mainstream’.
Sono cresciuto con una chitarra dentro casa, ricordo di essermici avvinato timidamente, ogni giorno di più. Ora suono da circa dieci anni, mi sono esibito dal vivo con diversi progetti musicali, in Italia e anche all’estero.
Penso che abbandonarsi al piacere dell’ascolto di nuova musica sia illuminante tanto quanto la lettura di un libro, ci aiuta a vedere le cose da prospettive nuove, allargando i nostri orizzonti mentali. Un consiglio ai lettori, non sottovalutatela!”.