Francesca D’Urbano, Founder del Progetto di Travel Design Onivà – Viaggi Fatti a Mano
Dal montaggio video alla fotografia, storia di una professionista che ha riscritto la propria vita combinando la passione per i viaggi al Marketing Digitale
Chi ha vissuto la fotografia nella fase precedente all’avvento dei social network ha imparato ad apprezzare il valore del tempo. Dopotutto, prima di Instagram e dei cellulari in generale, bisognava armarsi di pazienza in attesa dello sviluppo del rullino. Francesca D’Urbano ha saputo coltivare quest’arte della pazienza con la fotografia, prima, e il montaggio video, poi. Ha infine chiuso il cerchio, abbracciando due professioni full time che fanno della pazienza uno dei pilastri portanti. Parliamo delle professioni di genitore e imprenditore
Mamma del piccolo Lorenzo, moglie del talentuoso Alessandro Sfasciotti – Multimedia Content Editor per l’agenzia Mediawork -, Founder del progetto digitale di travel design Onivà – Viaggi Fatti a Mano, Francesca D’Urbano è tutto questo in un’unica persona.
Francesca ha dato una proiezione imprenditoriale alla sua passione per i viaggi delineando un business che, dal digitale al reale, disegna progetti di viaggio per esploratori di tutti i tipi.
Grazie alle sue competenze di fotografia e video ha saputo strutturare una strategia di Marketing Digitale in grado di raccontare l’esperienza dei clienti attuali e di incantare quelli potenziali con lo strumento più potente del mondo. L’immagine, sia essa statica o in movimento, distribuita su Facebook o Instagram.
Qui trovate maggiori informazioni sul suo progetto di travel design Onivà – Viaggi Fatti a Mano. Soprattutto, qui di seguito trovate l’intervista a una professionista che, armata di un animo solare e una mente creativa, ha sempre combattuto per conseguire i propri obiettivi.
Partiamo dalla tua formazione da autodidatta. Bypassare il percorso universitario e ‘sporcarsi le mani’ per conto proprio è una scelta coraggiosa. Quando hai deciso di tralasciare il tradizionale iter accademico e come hai vissuto gli anni successivi al liceo?
“Il post liceo per me è stato un limbo molto strano. Venivo dal ‘trauma’ di non aver superato brillantemente gli esami e ho passato i seguenti 2-3 anni tra il DAMS e Filosofia, con pochi risultati, poca convinzione e un gran senso di insoddisfazione. Ho capito quasi subito che la mia strada era fare qualcosa di pratico, che desse risultati immediati, di cui potessi vedere i frutti: pochi libri insomma, e tanto lavoro. Imparare sul campo, e sporcarsi le mani, come dici tu. E se tutto ciò aveva a che fare con la creatività anche meglio: è così che ho iniziato a lavorare nel mondo dell’audiovisivo. Uno stage all’Istituto Luce e mi si sono aperte le porte del montaggio. Lì è partita la mia ‘carriera’ come montatrice”.
Il tuo portfolio è decisamente poliedrico. Viaggi, musica e tanti matrimoni. Come hai sviluppato la passione per la fotografia e che ruolo assegni al Marketing Digitale nella fotografia moderna?
“Sembra una favoletta, ma la mia passione per la fotografia è cominciata grazie a un oggetto capitatomi per caso tra le mani: una vecchia e bellissima Pentax analogica di mio nonno Mario. L’ho presa, l’ho conosciuta e ho imparato ad amarla, studiando da autodidatta aperture e diaframmi, tempi e obiettivi. Non sono mai diventata un’amante della tecnica ma ho sempre fotografato di pancia e di occhio: il momento che mi piaceva catturare provavo a raccoglierlo in quel breve lasso di tempo che passava tra il pensare una fotografia e premere il clic dello scatto.
Ho avuto la fortuna di appassionarmi a questo mondo quando ancora non esistevano gli smartphone: ho imparato ad apprezzare la pasta del rullino, le sue pose limitate, l’attesa dello sviluppatore. Oggi fotografo solo digitalmente ma quei valori aggiunti li porto sempre con me.
Il Marketing Digitale nella fotografia moderna è una risorsa immensa: io dal piccolo della mia esperienza, vendo alcune mie fotografie su Getty Images e questa sì, è un’occasione che prima dell’avvento del web marketing non avrei sicuramente avuto”.
A un certo punto arriva Onivà, la tua opera imprenditoriale che cuce letteralmente ‘Viaggi Fatti a Mano’ per viaggiatori che hanno bisogno di idee, supporto e stimoli. Spiegaci l’idea di business che c’è dietro e come pensi di muoverti da qui ai prossimi anni nel mercato del turismo digitale.
“Se pensi che le prime riunioni avvenivano durante il V mese di gravidanza, capisci bene come Onivà è capitata in un momento di grandi cambiamenti della mia vita. Da un lato può sembrare letterario, dall’altro è impossibile non vedere un parallelo tra la nascita di un figlio e l’inizio, da zero, di un’avventura professionale completamente nuova.
Non so precisamente in che modo, ma credo che l’arrivo di un figlio mi abbia dato le energie per rimboccarmi le maniche e creare il lavoro dei miei sogni: pensare, disegnare e organizzare il viaggio perfetto, dal weekend più piccolino in una capitale europea al lunghissimo viaggio di nozze di una coppia fresca di matrimonio. Non una vera e propria agenzia, ma una consulenza a tutto tondo, che concepisce il viaggio come qualcosa di diverso dal pacchetto standard preconfezionato.
Viaggiare è un’esperienza totalizzante e stupefacente, proprio per questo ho pensato gli Onivà Mystery Tour, dei viaggi letteralmente a sorpresa in cui la destinazione rimane sconosciuta ai viaggiatori fino all’aeroporto o alla stazione di partenza, dove aprono una busta misteriosa con i dettagli del viaggio.
Ogni piccolo e grande aspetto del nostro servizio è curato nei dettagli, con passione e creatività: dalla guida personalizzata che concepiamo ad hoc per ogni viaggio ai gadget che regaliamo ai nostri viaggiatori, passando per il packaging e ogni aspetto della nostra comunicazione visiva.
Ogni viaggiatore inoltre ha un’assistenza costante prima e durante il viaggio. Ovviamente, il mercato del turismo è una giungla complessa e piena di concorrenza e cercare di ‘vincere’ non è semplice: l’idea su cui puntiamo è che non ci sono due viaggiatori uguali al mondo e quindi per ogni viaggiatore disegniamo un’esperienza su misura e, necessariamente, unica”.
Creativa, imprenditrice, mamma. Essere tutto questo in un’unica persona significa trovare quel sottile equilibrio che ti consente di dare il giusto tempo a ogni attività senza dimenticarti mai di prendere il giusto tempo per te stessa. Tu, come hai fatto?
“In modo molto semplice: non l’ho fatto! La vera sfida non è tanto prendere coscienza che quel sottile equilibrio è un obiettivo sicuramente a cui tendere ma in fondo irraggiungibile, quanto capire che è nel disordine e nella confusione che a volte si annidano le idee migliori. In fondo è proprio dalla mancanza di equilibrio che si genera il movimento, no?”.