Stefano Romani, pronto “al tiro da tre punti” nel marketing digitale
Stefano è stato ufficialmente il primo iscritto al Corso di Ottobre 2018. Lo abbiamo incontrato online mesi fa. Poi lo abbiamo seguito in estate mentre combatteva, al lavoro, per 3 mesi lunghi mesi come cameriere in una struttura alberghiera a San Benedetto.
Apprezziamo la sua solida etica lavorativa, che lo ha portato a macinare praticamente non stop con turni da 12 ore. Sarà nostro compito e premura fare in modo che ogni centesimo investito da Stefano nella nostra scuola si dimostri ben speso.
Nel frattempo, vi presentiamo il suo percorso.
Il mondo del lavoro avanza, la formazione accademica tradizionale sembra non stare al passo. Rispetto al tuo percorso universitario presso la Facoltà di Sociologia in Italia, quali aspetti ti senti di condannare e quali di difendere?
“L’aspetto che maggiormente mi sento di condannare, facendo riferimento alla mia personale esperienza universitaria, è sicuramente il grande vuoto di praticità che la stessa università crea nello studente durante il suo percorso; al contempo non posso che difendere la buona quantità di menti che la stessa mette a disposizione nello sviluppo di alcune discipline più prettamente teoriche”.
La tua prima attività professionale prevede la content creation per NBA Religion, dove stimolo creativo e passione personale convivono. Come è nata questa opportunità e di cosa ti occupi nel dettaglio?
“L’esperienza maturata in NBAReligion nasce in maniera piuttosto casuale in realtà: da grandissimo appassionato di basket sin dalla più tenera età, mi ero incuriosito a questo blog e relativa pagina Facebook, allora ai primi vagiti; un giorno pubblicarono un post su Facebook nel quale chiedevano, a chi fosse interessato, di collaborare con loro. Mandai alla redazione un paio di articoli di prova, riguardanti il basket collegiale, e da lì iniziai ad occuparmi della redazione di articoli di vario genere sul basket NCAA: in poco tempo il sito crebbe di molto in quanto a seguito ed oggi è la realtà che molti appassionati, fortunatamente, hanno come riferimento per il basket USA”.
Dalla creatività alla consulenza, il tuo profilo LinkedIn parla chiaro. L’attività presso la Generali Italia riporta la tua professionalità a un livello operativo in un’industria sicuramente differente da quella sportiva. Cosa ti stai riportando a casa da questa esperienza?
“Sinceramente dall’esperienza come consulente assicurativo riesco a trarre non molto di positivo: il costante operare nella negoziazione su più fronti, anche in situazioni di stress, mi ha sicuramente formato nella capacità di analizzare in maniera più immediata le criticità e le istanze che le persone, quando indossano le vesti del cliente, sono in grado di porre; questo, in futuro, pensandomi in un mondo in cui la velocità di trovare le risposte da dare a più ampie fette di target, non potrà che avermi giovato”.
Le discipline del marketing digitale sono tante, e sono idealmente divise tra operative e strategiche. Quali materie stuzzicano maggiormente il tuo appetito formativo e quali pensi possano rappresentare la tua carriera specifica nel futuro?
“Onestamente la mia voglia di cimentarmi in questo tipo di percorso nasce dall’interesse che tutto quello che andremo a trattare ha scaturito in me: non avendo un’idea certa delle quali, una volta trattate, mi influenzeranno maggiormente, preferisco immaginarmi come un essere nello stadio dell’imprinting e che da ognuna di queste discipline possa trarre spunti decisivi per il mio futuro”.
Le persone che hanno voglia di correre veloci nel lavoro svolgono solitamente numerose attività in contemporanea. Si tratta di seminare quanto più possibile in vista di un futuro migliore in cui raccogliere i frutti. Se ti chiedessi di immaginare lo Stefano Romani del 2022, tu cosa vedresti nel tuo futuro a medio termine?
“Stefano Romani nel 2022 avrà 34 anni quindi, per forza di cose, abbandonerà definitivamente il sogno di giocare nei Los Angeles Lakers. Scherzi a parte, un giorno vorrei vedermi impegnato nel campo del marketing digitale, della comunicazione, di qualcosa in cui possa riversare la mia voglia di creatività, le mie capacità relazionali e le skills che sto cercando di acquisire nel tempo. Che sia all’interno di qualche azienda, studio, o anche autonomamente, credo che la DCA possa davvero essere un’acceleratore per questo processo che ho in mente da tempo e che ho sempre faticato ad affrontare”.