Elisa Mercanti, Studentessa del Corso di Marketing Digitale a Roma
Abbiamo imparato a riconoscere uno sguardo combattivo negli occhi dei nostri Studenti. Quello di Elisa Mercanti è uno di loro, nella foto copertina di questo articolo e nella vita di tutti i giorni. Elisa guarda infatti lontano, fiera e determinata, e sappiamo di aver portato in casa una persona che vuole prendersi il meglio di vita.
L’abbiamo conosciuta per caso a Bologna, anni fa, quando la Digital Combat Academy neanche esisteva. Da lì alcune interazioni ci hanno permesso di restare in contatto, fino a quando abbiamo ospitato in Aula Nicola Mazzara, amico comune, che ha definitivamente contribuito ad alimentare interesse di Elisa nella nostra scola.
Il mondo è piccolo, come dice Elisa, e l’Italia lo è ancora di più. Le persone giuste, prima o poi, si incontrano – specie nel marketing digitale. A noi ora il compito di accelerare il percorso di crescita di Elisa, di cui vi offriamo questa brillante intervista.
Università degli Studi di Bologna: qui abbiamo stabilito il nostro primo punto di contatto, anni e anni fa, quando la Digital Combat Academy neanche esisteva. Racconta a chi non era presente cos’è successo. Che cosa stavi studiando e come ci siamo conosciuti?
“Mi è sempre piaciuto pensare che percorrendo la nostra strada, senza nemmeno accorgercene, possiamo finire nel posto giusto, al momento giusto ed entrare in contatto con le persone giuste.
Il mio incontro con Federico è stata una dimostrazione di quelle teorie sociologiche del ‘piccolo mondo’ e dei ‘sei gradi di separazione’, secondo cui ogni persona può essere collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 6 intermediari, nel nostro caso ne sono serviti anche meno!
In quel periodo io mi trovavo a Bologna per completare il mio percorso di studi in Scienze della Comunicazione, ero al primo anno ancora ignara di quali sarebbero stati gli sviluppi del Web e della Comunicazione digitale che stava prendendo il sopravvento.
Una cosa però è certa e non è mai cambiata: la mia voglia di scoprire e di tenere le antenne ben tese per captare le nuove frequenze e trend, nonché ogni nuova opportunità e sfida. E così è stato, un giorno mi ritrovai in una zona di Bologna a me sconosciuta, catapultata ad ascoltare una conferenza sulle tecniche di scrittura SEO e sul mondo del web, Federico era uno degli esperti chiamato a raccontare la sua esperienza e i suoi studi per l’occasione.
Lui stava ancora finendo i suoi studi alla magistrale, ma nel mentre si stava già dando da fare ed era una di quelle figure che saltavano all’occhio nel suo ambito, anche perché, sennò non sarebbe stato chiamato a parlare a quella conferenza!
E da lì, grazie anche al mondo dei social media che oggi rendono sicuramente più facile rimanere in contatto con le persone, è iniziato il nostro legame di rete, potere della comunicazione moderna!”.
Dopo Bologna siamo rimasti in contatto, specie su LinkedIn, e abbiamo avuto anche dei botta-e-risposta circa la strada ideale da prendere dopo la triennale. Parlaci dunque della scelta di arrivare a Roma e dell’esperienza alla Sapienza. Sia nel bene che nel male, cosa pensi che ti riporterai a casa dal percorso di laurea magistrale?
“Quei botta-risposta mi hanno permesso di ricevere ottimi consigli e dritte ogni qualvolta ne avessi bisogno. Dopo aver terminato il percorso di studi triennale mi sono trovata in una situazione di stallo, da una parte c’era il mio lavoro di ricerca per la tesi sulla comunicazione di crisi nel terremoto del centro-Italia che mi aveva aperto la porta su questa branca della comunicazione, dall’altra volevo approfondire gli studi sul Marketing e sul digitale.
Dopo aver fatto un’analisi approfondita e sottoposto al vaglio ogni facoltà italiana, mi sono trovata davanti al bivio della scelta con due importanti città italiane in lizza: una la meta ambita da sempre, l’altra una nuova finestra scoperta per puro caso.
Alla fine eccomi qui, al mio secondo anno di studi di Marketing e Comunicazione d’Impresa a La Sapienza, un percorso che mi dava la possibilità di poter approfondire entrambi gli ambiti che avevano acceso il mio interesse!
Veniamo ora a parlare del magico mondo dell’università più grande d’Europa… lo stacco dalla mia precedente realtà universitaria è stato fin da subito molto evidente e alcuni aspetti erano più in risalto di altri.
Nei primi mesi mi capitava spesso di stilare una bella sfilza di pro e contro cercando di capire perché in una struttura così grande non fosse possibile apportare dei miglioramenti logistici per rendere alcune procedure più dinamiche e fluenti, senza scadere in operazioni burocratiche macchinose.
Il mio rapporto con La Sapienza è un vero e proprio ‘amore/odio’.
Questa nuova e travolgente esperienza mi ha messo ogni giorno davanti a nuove materie, realtà, ostacoli, sfide, stimoli, persone, scoperte, e il tutto mi ha spinto a fare di più e a mettermi alla prova, step by step.
Amore: mi sono buttata a capofitto rendendomi conto che tutto ciò mi piaceva, ne capivo le dinamiche, mi faceva sentire viva e ne ero elettrizzata quasi!
Una delle cose più stimolanti è il poter ‘mettere le mani in pasta’ con i project work in aggiunta al classico studio teorico della materia, alcuni vengono svolti in collaborazione con delle aziende, perciò ti permette di entrare letteralmente ‘dentro’ una realtà aziendale e stringere relazioni, il fare network è sempre molto importante e può rivelarsi utile.
Odio: come dicevo anche sopra, in molti casi le situazioni di disagio logistico/amministrativo/ gestionale in una struttura così grande tendono ad essere in primissimo piano e possono causare anche gravi disagi, a cui, se non ci si è abituati, non è sempre facile sostenere senza scadere nelle tipiche lamentele.
Mi viene in mente una frase di una mia collega nei primi periodi in facoltà ‘La Sapienza è come una palestra per la vita, una volta affrontata, poi puoi superare qualsiasi cosa!’, è diventato il mio mantra ormai!
Amore/ Odio: questo percorso mi ha insegnato ad aprire la mente, a meravigliarmi di ciò che sta succedendo nella realtà circostante, ma allo stesso tempo a conferirgli sostanza grazie all’attività di analisi e capacità di pensiero critico; mi ha spronato a giocare d’anticipo cercando di entrare nell’ottica di ‘essere sempre un passo avanti e guardare oltre ciò che si vede’, cercando di fare esperienza cogliendo ogni occasione e nuova sfida in cui dover cimentarsi. Volendo riassumere il tutto con una parola: dinamismo.
Tutto sta nell’avere lo spirito giusto e nel prendere sempre il meglio e il positivo da ogni esperienza”.
Il tuo profilo LinkedIn è molto ricco, per l’età che hai. Qual è stato il tuo primo punto di contatto col mondo digital a livello lavorativo, e perché ti ha appassionato?
“Il mio primissimo contatto è avvenuto tra il 2014 e il 2015, nel momento in cui ho iniziato a scrivere articoli per una testata giornalistica online ‘Voci di Città’, oltre questo ruolo ero stata inserita nel team di gestione dei social media, nello specifico di Twitter, poiché all’epoca in pochi ne conoscevano l’utilizzo e le sue scelte strategiche di gestione.
Tutto ciò ha dell’incredibile, poiché oltre ad aver unito la mia passione per la scrittura, la piattaforma di microblogging in questione è stata il primo social a cui io mi sono iscritta e con cui ho iniziato a far sentire la mia voce.
Questo sempre per la teoria secondo la quale succedono cose assurde e tutto sembra convergere verso lo stesso orizzonte.
Grazie a quella prima esperienza ho cominciato a capire quanto la rete abbia cambiato le regole di base della comunicazione, il suo dinamico ritmo di crescita e il potenziale immenso che hanno i media conversazionali. Ho cominciato a vedere questi spazi mediali nell’ottica di una vera e propria piazza virtuale, luogo di ritrovo di vecchie e nuove generazioni. Ciò che più spiazza appena si inizia a lavorare con questi strumenti è la potenza dell’interazione degli utenti, sembra così scontata a volte, ma diventa fondamentale quando ci si ritrova dall’altra parte dello schermo in veste di diffusori e veicolatori di contenuti.
Essendo una persona un po’ sognatrice, ma anche un po’ con i piedi per terra, una delle cose che più mi hanno appassionato di questo mondo è l’essere a contatto con un mix dinamico di integrazione e ibridazione continua di contenuti in vorticoso insieme di strumenti, trend, dati e nuove realtà emergenti”.
Nicola Mazzara: amico, collega, partner lavorativo. Cosa ha rappresentato per te avere un fido compagno di viaggio durante il percorso di studi, e che tipo di stimoli vi date a vicenda?
“Per rispondere a questa domanda vorrei partire da uno dei consigli che mi diedero prima di entrare in Sapienza: ‘fai network con gli studenti più in gamba’.
Beh, senza ombra di dubbio Nicola rientra tra questi! In questi due anni di percorso insieme si è dimostrato una persona autentica, pronto al dono e allo spendersi per aiutare gli altri in ogni momento, senza pretendere nulla in cambio, sempre pronto a mettersi in gioco senza tirarsi indietro, ma anzi, trascinando con sé quante più persone creando, quella che Henry Jenkins chiamava convergenza culturale.
Se la vedessimo nell’ottica di una rappresentazione di rete, Nicola sarebbe certamente un hub, ossia una persona che- nel proprio ambito di competenze ed influenze- svolgono la funzione di veri e propri aggregatori di contenuti e persone, punto di incontro online ed offline.
Nell’ultimo project work a cui abbiamo collaborato insieme veniva definito ‘gran dittatore supremo’ del nostro team, ma scherzi a parte, secondo me ha una capacità innata di leadership e project management tale per cui grazie alla sua organizzazione nella gestione del lavoro riesce a coordinare tutti i membri del team conferendo ad ognuno la giusta importanza del singolo operato e allo stesso tempo condividendo e trasmettendo il suo metodo di lavoro.
Durante il nostro percorso di studi abbiamo scoperto di avere molti punti di contatto e d’interesse in comune tali per cui spesso ci rilanciamo idee, contenuti, spunti, eventi e progetti da fare insieme o anche solo singolarmente, semplicemente sulla base di quello che riteniamo possa essere d’interesse e occasione di formazione ed esperienza per l’altro.
Un esempio tra tutti, il mio interesse crescente verso la DCA lo devo proprio a lui, poiché era una realtà di cui avevo già sentito parlare, ma la vera e propria pulce nell’orecchio e la spinta a lanciarmi la devo proprio a lui, per cui, se sono qui, sento di doverlo ancora ringraziare!”.
Azienda, agenzia, startup, freelance. Le strade da intraprendere nel marketing digitale sono tante, e tutte stimolanti, dopo l’Università. Ovviamente la vita funziona a step, e non sempre il tuo luogo di lavoro ideale è quello in cui lavorerai a breve: potrebbe infatti volerci un’esperienza intermedia prima di arrivarci. Quali mosse pensi di voler muovere sul tuo scacchiere professionale da qui ai prossimi anni?
“Nel rispondere a questa domanda vorrei partire citando un proverbio cinese che corredava il libro di Marketing 4.0 ovvero ‘L’uomo che sposta le montagne comincia portando via i sassi più piccoli’.
Nel muovere le mie mosse durante la futura partita lavorativa e fare scacco matto dovrò sicuramente compiere una serie di step prima di arrivare alla mossa finale, in testa me li sono prefigurati più o meno cosi:
– Non appena uscita dall’università, mi piacerebbe poter entrare in una realtà d’agenzia, poiché ritengo che sia un ambiente dinamico e molto ampio in cui poter fare esperienza, imparare e conoscere nuove realtà e nuovi mondi, credo che sia l’ambiente ideale dove poter cominciare a mettersi in gioco!
– Successivamente, con un maggiore livello di conoscenza ed esperienza acquisita, mi piacerebbe assommare due step: entrare in un contesto di marketing e comunicazione aziendale in cui il focus sarebbe più ristretto rispetto a quello precedente e focalizzato sulla promozione aziendale o valoriale di prodotto; e in parallelo anche aprire una partita Iva e sperimentare anche un po’ di lavoro da freelance e lanciarsi in qualche progetto da curare in autonomia o perché no, con qualche collega e amico/a in gamba.
– Ultimo step della scalata, ma non a livello di importanza, mi piacerebbe poter entrare in una realtà d’analisi e di ricerca di trend di mercato e sentiment analysis. Quest’ultimo pallino si è generato dentro la mia testa in quest’ultimo anno universitario dopo aver frequentato il corso di Marketing Avanzato con il professore Alberto Mattiacci, una materia che mi ha ampliato il campo visivo e la mente. Ho scoperto un interesse fervido per l’analisi e l’esame dei contesti societari odierni. Mi piacerebbe poter entrare a far parte di queste realtà in cui si studiano la società, i suoi fenomeni, il mondo delle reti e gli utenti stessi per poter essere sempre un passo avanti rispetto al mercato e poter raccontare in modo chiaro e in anticipo quali saranno i nuovi trend e le metodologie per divulgare in modo efficace i propri prodotti o il proprio messaggio valoriale.
Questi sarebbero i miei obiettivi futuri appesi in bacheca, ai quali spero di poter conferire un senso di realtà, volendo riassumere la mia risposta in un concetto chiave, possiamo definire il mio obiettivo lavorativo come una realtà in cui si verifichi un incrocio tra marketing e digitalizzazione”.