Francesco Vitiello, Studente della Digital Combat Academy a Roma
Comunicatore, amante dell’arte e del design, co-founder di una un’associazione culturale che promuove e racconta il territorio e di un progetto chiamato Now Social. Lui è Francesco, nuovo Studente del nostro Corso a Roma in partenza per il 10 aprile 2021 negli spazi di Office Jam, in zona Tiburtina.
Ecco il frutto della conversazione avuta con lui.
La comunicazione è una forma innovativa di arte e design, nonché un mix di entrambe le materie. Rispetto al tuo percorso accademico alla Sapienza di Roma e allo IED, come si completano i due filoni di studio tra loro?
“Per avere la completa conoscenza di una materia, ho sempre cercato di osservarne i diversi aspetti da più lati. La comunicazione, è forse la disciplina più variegata e complessa di tutte (al contrario di quel che spesso si pensa). Se ci rifletti, con la comunicazione (possibilmente buona) si possono fare ed ottenere diverse cose.
Il percorso alla Sapienza mi ha dato una prima piccola infarinatura dell’insieme, facendomi studiare i diversi angoli della comunicazione. Lo IED invece, mi ha aperto gli occhi verso la creazione di qualcosa di unico attraverso una forma di comunicazione specifica, ossia il visual.
Quest’ultimo è probabilmente uno degli aspetti che più mi interessa dell’intera disciplina: ricordiamo sempre ciò che vediamo.”
Rispetto al tuo profilo è importante menzionare che sei il co-founder di Civitagram, un’associazione culturale che promuove e racconta il territorio. Ti andrebbe di raccontarci la storia di questo progetto e di cosa si occupa?
“Civitagram nasce un po’ per il mio intento risolutivo e un po’ per la volontà di fornire uno storytelling completo della realtà che ci circonda. Il progetto nasce insieme a mio fratello gemello Antonio: è qualcosa di fresco e giovane che ha come intento quello di raccontare il territorio italiano sotto un aspetto culturale, enogastronomico e territoriale. Come associazione culturale, siamo anche associati all’ARCI, associazione che ci connette con diverse strutture culturali presenti in Italia. Chiaramente ora il progetto ha subito una piccola battuta d’arresto per via della pandemia.
Eppure noi non amiamo fermarci: infatti da circa 2 settimane siamo usciti con la nostra campagna SOSTIENI LA FILIERA: quest’ultima ha come obiettivo il racconto e la valorizzazione delle realtà del settore Ho.Re.Ca e Agroalimentare. Per saperne di più, ti lascio un link per approfondire.”
Oltre a Civitagram la tua vita professionale ha sposato il progetto Now Social, agenzia verticale sul mondo Ho.Re.Ca e dell’agroalimentare. Ti chiediamo anche qui: ci racconti passato, presente e futuro di questo tuo progetto?
“Non amo definire Now Social col nome agenzia, penso che nel corso degli anni questa parola sia stata inflazionata. Now Social è prima di tutto un progetto che incrocia il mio interesse verso il racconto del settore Ho.Re.Ca e Agro (ahimè oggi fra i maggiormente colpiti dalla pandemia) e la volontà delle persone di collaborare in modo liquido ma allo stesso tempo con un rapporto umano alla base.
In principio Now Social era semplicemente un blog di informazione riguardante il settore Digital Marketing: diventa un progetto lavorativo (in remote working) a tutti gli effetti a Ottobre 2020. Al momento, siamo una start up che collabora all’attivo con diversi collaboratori ed ha i suoi primi clienti (tutti soddisfatti per il momento). Sul futuro abbiamo in serbo diverse cose, Now Social evolverà così come dovrà evolvere il settore di riferimento.”
Quest’ultima domanda è abbastanza sfidante, ma non potevamo non farla. Come pensi che sia cambiato il marketing del food e come lo immagini evolvere nei prossimi anni?
“Come tutti i settori di riferimento, anche il food negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con l’ambiente esterno (parlo di variazioni sociologiche e comportamentali). La pandemia ha solamente accelerato un processo già in atto da diverso tempo: le abitudini di consumo stanno evolvendo, così come la percezione di ciò che si mangia e acquista.
Il Food dovrà sicuramente abbracciare nuove tecnologie (penso alla blockchain su tutte) per dare ai propri utenti un rimando specifico e validante di ciò che si consuma. Quindi maggior spiegazione del prodotto, più attenzione verso il prossimo. Inoltre, in linea con ciò che sta accadendo, il delivery rappresenta una nuova possibilità di business per molte aziende del settore. Parlo di un delivery responsabile, curato e soprattutto specializzato: non si può offrire ciò che è presente al menù del tuo locale come unica proposta per il delivery. Occorre qualcosa di smart e semplice da preparare per la cucina, così da ottimizzare sui tempi di preparazione.Dunque immagino un settore sempre più allineato ai bisogni reali dei propri clienti e con un interesse ancor più solido verso l’ambiente in cui viviamo (parlo di sostenibilità).”