Benedetta Cherubini, dalla danza impegno & disciplina per “ballare” nel mondo del lavoro
La danza è considerata una delle discipline sportive più impegnative al mondo. Richiede dedizione, costanza e concentrazione. Sono competenze rare, che se assimilate in modo adeguato possono essere importate in altri contesti.
È il caso di Benedetta Cherubini, che ha fatto della danza un asse portante della sua vita per ben 18 anni. Restare sulle punte e provare una coreografia infinite volte significa, dopotutto, imparare a soffrire per raggiungere un obiettivo. E quell’obiettivo può essere tanto sportivo quanto accademico e lavorativo.
Si è iscritta al nostro Corso in Aula di gennaio e ha dovuto interrompere la frequentazione sul gran finale per il migliore dei motivi. Mi ha infatti comunicato di aver trovato un lavoro soddisfacente che le occuperà tutta la giornata. Parlo della sua nuova esperienza professionale per MyTaxi, che la avvierà al mondo della vendita commerciale dopo le sue esperienze passate per un business familiare e per Save The Children.
Benedetta potrà recuperare gratuitamente le lezioni perse nel prossimo trimestre, e comunque sarà sempre la benvenuta. Apprezzo chi nutre una mentalità sportiva, perché rappresenta lo specchio di un animo determinato – tipico di chi, alla fine, ce la farà.
In bocca al lupo, Benedetta. Di seguito la sua intervista.
Tre anni in mediazione linguistica sono abbastanza per gettare una solida base per il futuro a venire. L’interpretariato potrebbe non essere la tua strada definitiva, ma certo padroneggiare lingue estere risulta un’arma potente da schierare in battaglia. Quali sono le culture linguistiche che ti hanno affascinato di più?
“Ho scelto la mediazione linguistica poiché venendo da un liceo linguistico, pensavo potesse essere l’unica strada percorribile. Oggi posso dire che grazie a questa scuola/laurea triennale riesco a parlare bene 3 lingue pur non avendo fatto molte esperienze all’estero. La cultura spagnola mi ha da sempre affascinato poiché molto simile a quella italiana ma con alcune caratteristiche che la differenziano. L’arte spagnola, la poesia spagnola, il loro attaccamento alla patria e alla lingua sono tra le peculiarità che più mi affascinano”.
Hai investito 9 mesi presso Save The Children nell’area eventi, recuperando in parte le competenze apprese grazie all’attività di catering con tuo padre. Com’è stato riabbracciare il settore egli eventi e quali sono state le sfide principali che hai dovuto superare?
“Lavorare per Save the Children è stato innanzitutto umanamente fantastico. Entri in contatto con realtà a te conosciute ma molto lontane che ti portano a pensare, almeno personalmente, a quali sono le cose importanti della vita.
È stato molto stimolante lavorare nell’aerea eventi poiché ho messo in pratica tante nozioni imparate sul campo grazie alla nostra azienda di famiglia ma allo stesso tempo ho potuto imparare molto dal modus operandi dell’Organizzazione. Ciò che dicevo sempre alla fine di ogni evento era che è molto bello pensare di aver speso tante energie per realizzare qualcosa che servirà per aiutare chi è meno fortunato di noi.
Senza dubbio la sfida più grande è stata quella di essere stata messa, per fortuna, in prima linea nell’organizzazione di un evento e quindi aver toccato con mano ciò che mio papà e la mia famiglia fa da sempre”.
La danza è un’attività poetica ma articolata, sicuramente ricca di ostacoli e competizione, e solo chi la vive da dentro conosce a pieno le complessità. Cosa pensi di aver importato nella tua vita accademica e professionale dai tuoi 18 anni di danza?
“L’insegnamento più grande che mi ha dato la danze e che tutt’ora mi dà è L’IMPEGNO. Il senso del dovere che si impara tra casa e scuola io l’ho alimentato e consolidato nei miei anni di danza. La danza è una disciplina e come tale va rispettata. Andare a lezione ogni pomeriggio significa dedicare, sia mentalmente che fisicamente, quelle ore solo a lei”.
Tradurre una passione in lavoro è il sogno di tutti, e tu in parte ci sei riuscita aprendo un negozio di articoli per la danza con tua madre e tua sorella. Quali sono i pro e i contro di lavorare in famiglia e come senti di poter contribuire a questo progetto di business?
“È stato bellissimo poter portare la nostra grande passione all’interno di una realtà commerciale. Esattamente come detto prima, anche avere un negozio di articoli per la danza e soprattutto condividerlo con parte della tua famiglia è significato per me grande impegno e forza di volontà.
Come grande pro posso senza dubbio citare la gioia che provavamo quando a piccoli passi portavamo avanti il nostro business e avevamo riscontri positivi dalla nostra clientela, tra i contro ovviamente metterei che, lavorando in famiglia, rischi di non staccare mai la testa dal lavoro.
Oggi grazie alle Digital Combat Academy sento e voglio contribuire a questo business familiare, occupandomi della comunicazione online e anche offline del negozio utilizzando al massimo le nozioni che i nostri docenti ci hanno trasferito”.
Concludiamo con una visione del futuro, la migliore, quella relativa al tuo nuovo lavoro. Ti aspetta infatti una nuova avventura di lavoro nell’area Sales di MyTaxi presso il TAG di Poste Italiane. Come sei arrivata all’azienda e cosa brami di imparare da quest’esperienza?
“Sono arrivata all’azienda attraverso LinkedIn e sbirciando sul loro sito. Come per tutte le esperienze lavorative della mia vita spero di portare dentro al mio bagaglio personale ancora più know-how, più consapevolezza di ciò che voglio fare nella vita, allargare il mio network di conoscenze, imparare un nuovo mestiere, entrare in contatto con nuovi team così da formarmi sempre di più”.