Cosa significa essere un Freelance oggi in Italia: pro e contro

– Dalla rubrica di Francesco Vitiello “Da studente a freelance del Digital” –

“Ma dai, tu sei freelance: lavori quando e come ti pare, sai che figata!”. 

Questa sopra citata, è soltanto una delle frasi che almeno una volta nella vita, se sei (o sei stato) un freelance, qualche tuo amico/collega ti ha rifilato. 

Ormai diventare freelance è diventato un vero e proprio obiettivo: nessun vincolo di orario, alcuna subordinazione e nessuna sede fissa lavorativa. 

Ma è davvero tutto rose e fiori come si dice in giro? 

In questo articolo ti parlerò di ciò che ho imparato dalla mia esperienza, dal momento che sono freelance da 4 anni (non sono molti, ma 4 anni da freelance possono sembrare 10). 

Analizzeremo i PRO ed i CONTRO dell’essere freelance nel 2022 (il post pandemia ha accelerato alcune tematiche lavorative che erano nell’aria da anni, dunque i suggerimenti cercheranno di essere più attuali possibile). 

INDICE 

1. Cosa significa essere un freelance 

2. Lavoro da dipendente: come posso diventare freelance? 

3. Come organizzare la propria vita da freelance 

4. Siti su cui trovare clienti come freelance 

5. PRO e CONTRO dell’essere un freelance oggi 

Cosa significa essere un freelance 

“Il significato di freelance (o freelancer, mai free lacer che significa altro) è esattamente ‘libero professionista‘. Cioè colui che lavora non alle dipendenze altrui, cioè in un rapporto di subalternità, ma offrendo la propria collaborazione come ‘fornitore di un servizio’ e conservando la sua autonomia gestionale”. [definizione di University2Business] 

Libertà di decisione su come, quando e per cosa/chi lavorare: la vita da freelance prevede una autonomia gestionale che un lavoro full time non ti consente di avere. Questo è indubbio.

Fatte queste premesse, la vita da freelance sembrerebbe quella di chi ha la vita facile e fa un po’ come gli pare. Non è così, anzi. 

Ci sono moltissime altre attività che il libero professionista dovrà affrontare lungo il suo percorso: 

1. Occuparsi in prima persona degli aspetti burocratici e fiscali: le fatture, ahimè, non si fanno da sole; 

2. Procacciarsi i clienti per guadagnarsi da vivere: anche i clienti non verranno a bussare alla tua porta subito; 

3. Lavorare spesso da soli, dunque senza essere in contatto con altri professionisti del settore (in un certo qual senso si rischia di restare chiusi nella propria bolla – dopo vedremo come fare per evitare ciò); 

4. Imparare ad organizzare i propri spazi e soprattutto il proprio tempo: dovrai fare i conti con ambienti domestici poco consoni e vicini di casa troppo rumorosi. 

Un aspetto importante da coltivare quando si è freelance, è il networking! E non intendo il networking occasionale, quello fatto per accaparrarsi un progetto in più o per strizzare l’occhio ad un professionista Senior. 

Intendo il networking umano, fatto di condivisione di esperienze, di errori e di suggerimenti per progredire. Prima di essere professionisti, siamo persone (sembra una cosa scontata ma spesso ci si dimentica di questo aspetto), siamo tutti sulla stessa barca, siamo tutti alla ricerca del modo migliore per esprimere il nostro talento e per raggiungere i nostri obiettivi. 

Il networking sano, è la risposta al punto 3 sopra citato: in certi momenti della carriera, interfacciandosi soltanto con i clienti, ti sembrerà di parlare da solo. 

Purtroppo non tutti i clienti hanno i mezzi necessari (e non dipende solo da loro) per poter comprendere la nostra materia (spesso non ci si comprende neanche fra colleghi): il nostro è un settore complesso, in costante mutamento, perciò una delle chiavi per costruire la propria “armatura da freelance”, è circondarsi delle persone giuste. 

Ah, last but non least: scegli un lavoro che ami profondamente, che ti appassiona, altrimenti come freelance finirai per odiarlo prima del dovuto. Questo perché, chi lavora da freelance, sposa uno stile di vita che prevede sessioni lavorative anche nei week end o nel tempo libero se serve (ricorda, scegli tu quando lavorare).

E se non ti piace ciò che fai, il Sabato mattina sceglierai l’ultima uscita Netflix piuttosto che le task dei tuoi progetti. 

P. S. Guardare serie TV alimenta la creatività, aspetto fondamentale per noi freelance. �� 

Lavoro da dipendente: come posso diventare freelance? 

Poniti questa domanda: saresti disposto/a a lavorare nel tuo tempo libero e talvolta nei fine settimana? 

Se la risposta è SÌ, allora comincia a metterti sul mercato e raccogli i primi progetti su cui lavorare (dopo vedremo come fare). Non sarà semplice condurre per un po’ di tempo questo stile di vita ma, nel lungo termine, l’investimento ripagherà i tuoi sforzi. 

Se in questo momento non hai ancora la possibilità di lasciare il tuo lavoro full time, continua a coltivare progetti da freelance e considera la via d’uscita soltanto quando avrai raccolto il necessario per sostenerti (chiaramente questa considerazione va fatta su scale diverse, perché è logico che una persona di 40 anni, ha altre esigenze rispetto a chi ne ha 25). 

Vediamo insieme alcuni step (fondamentali) per diventare un freelance!

1) Perché vuoi diventare un freelance? 

Stai cercando entrate economiche laterali per arrotondare il tuo stipendio? Vuoi cambiare il tuo stile di vita perché il lavoro 9:00 – 18:00 ti sta stretto? Sei alla ricerca di una nuova esperienza come professionista? Vuoi diventare freelance per trasformare la tua passione in lavoro? 

La risposta ad una di queste domande, ti farà comprendere le ragioni che ti spingono a voler diventare freelance. 

In un certo qual senso, si tratta di definire i propri obiettivi: scegli quelli a breve termine e quelli invece più a lungo termine per te. 

Datti il tempo giusto per raggiungerli, non essere precipitoso/a.

2) Sviluppa il tuo personal branding 

Partiamo da un principio: il personal branding non è qualcosa considerabile “altro da te”. Il personal branding sei TU, con tutti i tuoi valori, il tuo sistema di credenze, la tua esperienza, il tuo vissuto. 

Il personal branding riguarda dunque la reputazione, la capacità di distinguersi rispetto ai competitor e di comunicare i propri valori. 

Piccoli step per costruire il proprio PB

Crea il tuo marchio (non sempre è necessario un logo, basta anche il tuo bel volto con una foto ben fatta spalmata su tutti i tuoi canali social);

Apri un blog ed i tuoi canali social: comincia a comunicare chi sei, cosa fai e alcuni tips di settore che possono tornare utili a colleghi/clienti man mano che fai esperienza; 

Contenuti, contenuti, contenuti: ho già detto che i contenuti sono la chiave per farsi riconoscere online? Presentati, parla del tuo settore, offri soluzioni per chi è nella tua stessa situazione (sfrutta questa tecnica come scusa per studiare una cosa che non sai); 

Partecipa a meetup o ad eventi di settore: farsi conoscere di persona rimane il modo migliore per presentare il proprio biglietto da visita;

Networking, il tuo pane quotidiano: conosci e dialoga con i tuoi colleghi online (sfrutta LinkedIn per farlo). Partecipa a forum e offri il tuo punto di vista nelle conversazioni online (il punto di vista deve dare qualcosa in più rispetto a quanto si è detto, commentare con “Daje” non è sempre necessario). 

3) Trova la tua nicchia di riferimento 

Vuoi diventare un graphic designer / programmatore / copywriter / fotografo freelance? 

Parti col definire la tua nicchia di riferimento e rispondi a queste semplici domande: 

1. Si tratta di una nicchia profittevole, ossia con un cospicuo numero di persone interessate al tema? 

2. Riguarda un argomento che conosci come le tue tasche? 

3. I clienti pagherebbero per il tuo servizio?

4. Com’è la concorrenza nella nicchia scelta? (non sempre più competitor = meno clienti. Anzi, significa che il mercato è già educato). 

Come organizzare la propria vita da freelance 

Scegli lo spazio adatto a te: bastano un tavolo (possibilmente ordinato), un ambiente confortevole (presa elettrica vicina, una bottiglia d’acqua, una merendina per un break, un ventilatore quand’è estate) ed una buona connessione Wi Fi. 

Raccomandati con le persone che vivono con te di osservare un decoroso silenzio mentre sei a lavoro: sembra scontato, ma spesso, visto che sei in casa, non si ha la percezione che si stia facendo qualcosa di produttivo. 

Sulla gestione del tempo, il buon David Colangeli ha lasciato il suo punto di vista nel precedente articolo. 

Bisogna considerare questo aspetto: se ciò che hai scelto di fare coincide con la tua passione, potrebbe incorrere il rischio di non voler staccare mai la spina. 

QUESTO NO BUONO. [citando la colf dei Griffin] 

Qualche semplice suggerimento ed un post di Digitazon per spezzare il cosiddetto workaholism (dipendenza dal lavoro): 

Trascorri del tempo all’aria aperta con amici e/o parenti: ossigena il cervello ogni tanto; 

Fai esercizio fisico: mens sana in corpore sano, ricordi? 

Contaminati con altre attività: film, scrittura, lettura e tutto ciò che ti appassiona. I migliori professionisti sono un mix di contaminazioni; – Conosci persone: visto che trascorriamo molte ore davanti ad un PC, di tanto in tanto può essere sano relazionarsi anche con delle persone, che dici? Sennò finiamo per invitare al prossimo compleanno Google Meet, Slack e il Drive.

Siti su cui trovare clienti come freelance 

Quando si è ad inizio carriera, non è semplice raccogliere i primi progetti per creare il proprio portfolio. 

Il primo suggerimento, può essere quello di sporcarsi le mani con business locali: spesso sono le realtà commerciali più vicine a noi e che richiedono un supporto digital (a costi contenuti). Tu puoi offrire loro il tuo expertise (magari inizialmente anche gratuitamente), ed in cambio otterrai un progetto da inserire nel tuo portfolio. 

Occhio al discorso del gratis, può andar bene per un periodo di tempo limitato o semplicemente per la risoluzione di un semplice problema (es. L’aggiunta degli orari sulla scheda Google My Business). 

Dopo aver raccolto i primi casi studio, valuta la possibilità di collaborare con web agency: progetti più complessi, più competenze da acquisire ed un contesto stimolante che ogni professionista del digital dovrebbe affrontare almeno una volta nella vita. 

Nel frattempo, coltiva la tua presenza online con articoli di blog sul tuo sito e contenuti sui canali social: mostra agli utenti ciò che apprendi lungo il tuo percorso. 

Veniamo ora ai siti su cui poter trovare dei clienti online: 

– UpWork 

– Fiverr 

– Twago 

– Peopleperhour 

– Digitazon 

PRO e CONTRO dell’essere freelance oggi 

Siamo ai titoli di coda di questo articolo ed è il momento di tirare le somme sui PRO e i CONTRO del condurre una vita da freelance: 

PRO

✅ Libertà di ogni vincolo di orario e luogo 

✅ Libertà di scegliere i propri clienti

✅ Autonomia completa nella gestione del lavoro 

✅ Percorso di crescita professionale più accelerato (un freelance gestisce diverse complessità in poco tempo) 

✅ Libertà di prendersi le ferie quando vogliamo 

✅ Lavorare dove e con chi vogliamo 

✅ Guadagni potenzialmente illimitati 

✅ Possibilità di creare un network di professionisti con cui scambiarsi idee ed opinioni 

✅ Maggior flessibilità sul lavoro 

CONTRO

❌ Gestione della parte fiscale e burocratica 

❌ Stipendio variabile 

❌ Cercare in autonomia i clienti 

❌ Bisogna imparare a gestire tempi e spazi in autonomia (anche se con lo smart working tutti devono fare i conti con questa cosa) 

❌ Spesso lavoriamo da soli 

❌ Un cliente che va via, determina la riduzione dello stipendio improvvisa ❌ Responsabilità propria su sbagli e risultati non raggiunti 

Questo articolo ha chiarito le tue idee? Stai pensando di diventare un freelance? Se sei già un freelance, ti rivedi in quanto è stato scritto? 

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