Fiducia online: un bene inestimabile per persone, professionisti e brand
– Dalla rubrica di Annalisa Milani, “Il Filo delle Relazioni” –
Vi è mai capitato, anche da piccoli, di fare il gioco della fiducia? Un amico/a si metteva alle nostre spalle e noi, ad occhi chiusi, dovevamo lasciarci andare. Io ho sempre avuto qualche difficoltà a lasciarmi andare perché fidarsi vuol dire anche esporsi ad un fallimento o perdere ed è un rischio che non sempre siamo in grado di volerci o poterci permettere.
Cosa vuol dire fidarsi
Fidarsi vuol dire scommettere su se stessi e sull’altro. Nello specifico confidare nella propria capacità analitica e nella speranza che l’altro non ci tradisca. Eppure la nostra vita è sempre popolata da un intrico di relazioni personali e professionali, offline ed online, in cui la fiducia è un elemento catalizzante.
Da sempre, ad esempio, le nostre decisioni d’acquisto sono influenzate dalle opinioni altrui: dal parere di un’amica amante dello shopping all’amico che ha acquistato l’auto nuova, dalla cugina che è appena tornata dalla vacanza alla zia che ci ha raccontato la sua esperienza in quell’hotel a picco sul mare, fino al nostro attore, cantante, musicista, esperto di tecnologia o marketer preferito che ci suggerisce cosa provare o testare.
Nel corso dei decenni è sempre stato così, ma oggi si aggiunge un nuovo tassello in grado di contribuire alla costruzione delle nostre opinioni: l’online, i social, gli influencer, insomma, la possibilità per tutti quanti di esprimere il proprio parere e dare consigli.
La fiducia online
Seconda una ricerca pubblicata da Forbes, circa il 90% dei consumatori dichiara di fidarsi delle raccomandazioni che trova online, anche se condivise da persone che non conosce personalmente. Ancora, è emerso che le persone tendono a fidarsi più di quello che trovano su Pinterest o Instagram che dei consigli dei propri medici quando di tratta di alimentazione o fitness e che i ragazzi tendono ad imparare a cucinare più guardando tutorial su YouTube o Tik Tok che ascoltando i consigli delle mamme o delle nonne.
Ma come si costruisce una fiducia così forte? E soprattutto, come far sì che questa rimanga intatta?
Jean- Paul Sartre affermava che “La fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si perde a litri”. Parole su cui mi sono trovata a riflettere non molto tempo fa quando sono rimasta colpita e delusa dalle vicissitudini che hanno riguardato Imen Jane, una giovane ventiquattrenne, che attraverso le sue stories di 15 secondi mi ha fatto scoprire tanti aspetti della politica, dell’economia e degli affari internazionali a me prima sconosciuti. Una giovane donna in un settore tradizionalmente maschile, che si è presenta sui social con simpatica schiettezza come «economista che non sa risparmiare» riuscendo a far appassionare, ad oggi, 304 mila persone a temi non semplici che toccano il portafogli e la vita di tutti noi. Seguendola sono rimasta colpita dalla sua intraprendenza, dall’attivismo, dalla costanza, dalla preparazione, dalla capacità di spiegare in parole semplici e comprensive concetti anche complicati o articolati, dalla sua volontà di generare valore a partire da due elementi fondamentali come l’obiettività e la credibilità. Allo stesso tempo, però, sono rimasta profondamente amareggiata e delusa nel venire a scoprire che il titolo di laurea in Economia ed amministrazione d’impresa da lei ostentato e conseguito presso l’Università Bocconi, in realtà, non esiste. Dover mentire per essere accreditati, riconosciuti e legittimati agli occhi degli altri non è un esempio positivo. Ritardare la conclusione del proprio percorso di laurea per impegnare tempo e risorse in attività di valore e crescita professionale e personale, è un plus incredibile.
Fiducia: bene inestimabile
Vi racconto questa storia perché una delle qualità che su tutte viene riconosciuta, apprezzata e ricercata è la credibilità. E qui non c’entra il digitale. Tutto si gioca sulla fiducia fra persone. Se questa ragazza, dalla grande capacità divulgativa, fosse stata più onesta con se stessa e con gli altri, ad oggi, oltre ad essere ancora fondatrice di Will, il progetto editoriale che porta l’informazione su Instagram, e tra i giovani talenti italiani Forbes Under 30, sarebbe ancora più stimata, apprezzata e seguita.
Non bisogna dimenticare che tutto ciò che in passato dipendeva esclusivamente dai rapporti umani, ora poggia in parte anche su dinamiche tecnologiche e digitali. Assicuratori, avvocati, notai, bancari, agenti immobiliari, negozianti, fornitori di generi alimentari, benzinai, etc.. sono tutte figure di cui ognuno di noi, quotidianamente, ha bisogno e che basano il rapporto di fiducia sulla conoscenza, sull’esperienza e sull’opportunità.
Allo stesso modo, ciò che le aziende ricercano nella figura dell’influencer è la possibilità di trasmettere la conoscenza del brand e di renderlo credibile sfruttando l’autorevolezza che si ha nei confronti nel proprio bacino di utenza. Questa autorevolezza è necessariamente legata alla persona, al suo modo di interagire con la community e alla fiducia guadagnata nel tempo.
Insomma, nulla è più difficilmente misurabile della fiducia.
Si tratta di una leva imprevedibile ma al contempo essenziale per distinguersi ed affermarsi.
Ancora una volta, non si tratta di costruire una connessione ma di tessere una relazione, dove l’elemento differenziante è la variabile umana.