Gherardo Liguori, come disegnare il futuro dell’Italia una vittoria alla volta
Intervistiamo il giovane esperto di personal branding che ha curato le attività di comunicazione digitale di Sabina Guzzanti, Alessandro Di Battista e Lorenzo Tonelli
Cinema, politica, calcio. Un vero comunicatore spazia con agilità da un settore all’altro. Si tratta di adattare regole prestabilite a contesti differenti. L’arsenale di competenze a disposizione resta lo stesso, ma le forze schierate in campo cambiano a seconda del cliente, del suo pubblico e dei suoi obiettivi. Il problema di lavorare con clienti di prima fascia è che spesso non ci sono casi di studio cui ispirarsi, semplicemente perché nessuno ha sperimentato una certa campagna in un certo Paese. Ma a Gherardo Liguori, 28 anni, questo non ha mai spaventato. I casi di studio li ha creati lui per le generazioni a venire.
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Gherardo ha la confidenza del professionista navigato e l’umiltà di chi sa di essere solo alle prime fermate di un viaggio di successo. Ha un’intelligenza curiosa, flessibile, camaleontica. Riesce a convertire la sua competenza personale in conoscenza collettiva, formando giovanissimi e adulti, online e offline, in italiano e in inglese. A prescindere dalla vostra partecipazione al corso della Digital Combat Academy, Gherardo è uno di quei selezionatissimi talenti che dovreste seguire per capire cosa significhi redistribuire speranza in Italia.
Quella di Gherardo è una storia di successo. Ve la raccontiamo con le sue parole.
Una carriera è come un articolo di giornale. C’è sempre un titolo in testa che descrive la notizia più importante, in questo caso l’esperienza che ha spiccato sopra tutte le altre. Qual è il titolo della tua carriera?
“Il titolo potrebbe essere ‘Gherardo Liguori, a 25 anni aiuta la regista Sabina Guzzanti a far rinascere il suo film in 270 sale.’Mi preme però sottolineare che il fatto di aver raggiunto un risultato senza precedenti nella storia del cinema italiano è stato possibile soprattutto grazie alla mobilitazione di oltre 100.000 persone. È partito tutto insegnando a Sabina come usare Facebook e le app di Google in modo professionale. Ma se non ci fosse stato l’interesse di migliaia di persone l’impatto sarebbe stato minore. I social media amplificano, non creano, il valore del vostro prodotto”.
Tra le altre esperienze di Serie A del tuo curriculum spicca l’aver curato la comunicazione online di un giocatore dell’Empoli, oggi trasferitosi al Napoli. Qual è il ritorno dell’investimento per un atleta che affida il proprio brand personale a un professionista come te?
“Come dice un grande professionista e amico del settore Social Media Sport, Max Sardella: ‘Oggi i brand come Adidas, a parità di livello tecnico, scelgono l’atleta con i profili sui social media che generano maggiore coinvolgimento con i propri tifosi’. Secondo uno studio pubblicato da Forbes, Cristiano Ronaldo con i suoi post sui social media nel 2016 ha generato per Nike un valore pari a 500 milioni di dollari. Non stupisce il fatto che il brand americano gli abbia offerto un contratto di sponsorizzazione a vita di ben 24 milioni di dollari annui”.
Passiamo dal calcio alla politica, mondi simili e delicatissimi che alimentano il dibattito e suscitano faziosità. Cosa hai imparato dalla tua esperienza di comunicazione online con il Movimento 5 Stelle?
“La politica è un mondo difficile, molto più complesso di quello che si può immaginare. Ho avuto l’opportunità di lavorare con diversi parlamentari, Andrea Colletti e Alessandro Di Battista sono quelli da cui ho imparato di più. L’insegnamento più importante che ho ricevuto è l’essere consapevoli che in una battaglia che si prospetta durare anni non ci si può permettere di bruciare tutte le energie all’inizio”.
Italia ma anche estero. Parlaci della tua esperienza in Asia. Cosa ti sei riportato a casa?
“Sono stato in Vietnam per uno stage curriculare di 3 mesi in una società di consulenza legale e fiscale (mi stavo laureando in Giurisprudenza), l’ho scelto perché mi tirava fuori dalla mia ‘comfort zone’. È stata un’esperienza pazzesca a livello emotivo, scontrarsi con i propri limiti è la chiave per crescere. L’anno dopo sono stato in Cina per 1 mese in uno studio specializzato in proprietà intellettuale, tante possibilità di fare carriera, ma una qualità di vita molto più bassa rispetto a quella italiana. L’esperienza all’estero mi ha fatto aprire gli occhi e capire che le possibilità di fare carriera come avvocato in Italia erano minime, per questo ho cercato di capire quali altre opportunità c’erano per me. Mentre studiavo Giurisprudenza ho quindi deciso di sperimentare l’uso del Web & dei Social Media creando Your Academic Insight, una sorta di TripAdvisor delle Università. Qui ho imparato le basi di tutto quello che so oggi, il segreto per avere successo è cominciare a studiare e mettere in pratica il prima possibile”.
Consulenza ma anche tanta formazione. A che età hai capito di voler condividere le tue competenze?
“A 25 anni, dopo l’esperienza politica e la campagna con Sabina Guzzanti, ho avuto la fortuna di leggere un post su Facebook di Luca La Mesa, mio mentor durante InnovAction Lab (un corso per startupper), in cui chiedeva se fra i suoi contatti ci fosse qualcuno disponibile a prendere il suo posto nel Master in inglese in Political Marketing della Rome Business School. Mi sono offerto, ho fatto il colloquio e c’è stata subito una grande intesa con il Direttore del Master Antonio Ragusa. I feedback degli studenti in classe e di quelli connessi online da varie parti nel mondo sono stati molto positivi, così poi ho iniziato a fare formazione anche nel Master in Marketing & Communications e a fare formazione dedicata alle aziende Partner della Rome Business School. Trasmettere le mie conoscenze agli altri è ormai una delle attività che mi appassiona di più, perché insegnando imparo due volte. Un consiglio? Attivate su Facebook (o sugli altri social media) le notifiche delle persone da cui pensate di poter imparare qualcosa”.
Qui alla Digital Combat Academy formiamo persone fresche di Università o che hanno già maturato esperienze professionali. Facciamo un passo indietro però. Che messaggio dobbiamo mandare a chi, oggi, frequenta ancora il liceo?
“Secondo la Commissione Europea entro il 2020 il 90% dei lavori richiederà competenze digitali. Per questo ho deciso di fare un tour nelle scuole superiori in tutta Italia per creare cultura del digitale e raccontare agli studenti i lavori più richiesti oggi e nei prossimi anni, con le relative competenze da acquisire. La soddisfazione più grande? Avere studenti che mi dicono: ‘La tua presentazione ha dimostrato che in Italia ci sono ancora ragazzi che credono nel nostro Paese e nel nostro futuro’. Peccato solo che alcuni studenti mi abbiano dato del Lei, ma non si può avere tutto”.
Questo significa avere consapevolezza del mondo. Questo significa impattare sulla società.