Lorenzo Catini, Il Talentuoso Candidato che Diventa Videomaker della Scuola
Noi della Digital Combat Academy abbiamo l’obiettivo di condividere quante più storie positive possibili con la nostra comunità. Al momento, quella di Lorenzo le batte tutte
Il mondo evolve in fretta e le regole del lavoro vengono riscritte di continuo. Cambia il modo in cui le persone accedono alle competenze professionali. Cambia il modo in cui i lavoratori attaccano le aziende. Cambia il modo in cui le imprese reclutano talenti.
La storia che vi stiamo per raccontare è una prova tangibile di tutti questi cambiamenti. È la storia di Lorenzo Catini, che da candidato studente alla Digital Combat Academy è stato preso come Videomaker della scuola.
Lorenzo è un giovane talento di Roma. Consegue Laurea Triennale & Specialistica in Scienze della Comunicazione alla Sapienza – Università di Roma e, una volta superata la chimera della professione giornalistica, si tuffa nel marketing.
Decide dunque di specializzarsi nel video, acquisendo competenze legate a tutte le fasi della “filiera” (come la definisce lui). Sceneggiatura, riprese, montaggio, distribuzione. Perché, usando le sue parole, “puoi essere il video maker più bravo sul pianeta, ma se non sai come veicolare i tuoi contenuti sarai soltanto tu a goderne”.
Il 30 agosto del 2017 decide di inoltrare la video-candidatura come studente per il Corso in Aula di Marketing Digitale della Digital Combat Academy. La video-candidatura si dimostra essere un’opera d’arte. Lo ingaggiamo immediatamente per comunicargli due cose: “Punto primo, sei stato preso come studente. Punto secondo, ti vogliamo in squadra come videomaker”.
Lorenzo avrà il primo (e delicatissimo) compito di fare videostorytelling del Corso in Aula, per raccontare in modo competente e genuino l’esperienza alla Digital Combat Academy dal punto di vista dello studente. Ci teniamo che ne emerga una narrazione autentica, influenzata il meno possibile dalle nostre necessità di comunicazione. Preferiamo una critica costruttiva ma reale a una lode indiscriminata e farlocca. Questione di credibilità.
Nel 2018 abbiamo poi in progetto di pagare Lorenzo per produrre un video col drone. Perché, sì, Lorenzo usa anche un drone. E, sì, a un certo punto anche noi della Digital Combat Academy vorremo avere un video col drone.
Chiude il cerchio la possibilità di avere carta bianca sul network della scuola. Chiunque – tra studenti, docenti e partner – abbia in futuro bisogno di un supporto video, per scopi di comunicazione e marketing online, riceverà immediatamente cellulare e indirizzo di email del buon Lorenzo. Perché le persone brave meritano di essere messe in connessione da loro.
La serendipità ci ha fatto ricevere la candidatura di Lorenzo. Il nostro intuito ci ha subito spinto a consolidare il legame con lui. E questa intervista, infine, ve lo farà conoscere meglio.
Partiamo da un assunto universale. Se l’Università stesse facendo bene il proprio mestiere la Digital Combat Academy non avrebbe ragione di esistere. Ma 5 anni sono tanti e un percorso accademico composto da Triennale & Specialistica deve aver lasciato qualcosa. Cosa porti con te della Facoltà di Comunicazione?
“Primo su tutti i contatti. Se non avessi frequentato l’università non avrei avuto modo di conoscere amici e soprattutto colleghi affermati come Federico Sbandi e Claudio Colica. E come dimenticare il prof per eccellenza, Christian Ruggiero. Può sembrare poco ma non lo è affatto.
Poi voglio tirare in causa anche l’aver sconfitto la timidezza grazie al public speaking e agli esami orali; anche se non del tutto… Mi suderanno sempre le mani prima di una sfida davanti a tante persone.
Della mera formazione, invece, preferisco non parlare, poiché grazie alla rete la maggior parte della conoscenza è a disposizione, il difficile è saper cercare e trovare. L’università non potrà mai essere istantanea quanto il web, ma di sicuro ti offre dei preziosi strumenti che in un modo o nell’altro finirai con l’usare, anche inconsapevolmente”.
Il mercato del lavoro evolve. Alcune porte si chiudono, altre si spalancano. Il giornalismo è tra le discipline più in crisi, sia in termini di sostenibilità economica che di inserimento di giovani talenti in organico. Eppure l’idea di fare il giornalista appare ancora oggi come il sogno dei più, tra gli studenti di Comunicazione. La tua idea del giornalismo è cambiata da quando sei diventato ‘grande’?
“A 18 anni ero sicuro che avrei fatto il giornalista, a 28 sono sicuro del contrario. Mi spiego meglio: l’immaginario collettivo del giornalista è composto da un impermeabile beige, una sigaretta in bocca e l’immancabile taccuino, indossati da un frenetico e curioso inviato. Forse c’è ancora la possibilità di praticare questo mestiere in questa modalità, ma per come la vedo io è qualcosa che appartiene alle generazioni passate e non al futuro.
Ci sono tanti modi di comunicare un messaggio ad un pubblico e la carta stampata non è più una delle miei priorità, al momento vedo prevalentemente il formato video. Inoltre io non mi sono mai sforzato chissà quanto per occuparmi di informazione generalista, quanto invece di quella specializzata (automotive – travel su tutti). Per cui quando si tratta di raccontare esperienze o brand c’è molto più margine creativo di quanto non si possa con l’infomazione standard”.
Si dice che quando un lavoro riguarda la propria passione, dopotutto non è lavoro. Chiunque abbia un amico, un conoscente o un collega innamorato di moto sa quanto intensa tale passione possa essere. Parlaci di come hai coniugato lavoro e passione grazie a Special Racer.
“Quello che si dice non è del tutto corretto. A parte qualche piccola parentesi sono sempre riuscito a lavorare con le mie passioni. Dopo 10 anni di lavoro, posso dire che le passioni finiscono con il logorarsi, perché il lavoro è lavoro e anzi, in certe circostanze si dà anche di più. E’ proprio questo il punto. Sono arrivato alla conclusione di essere in grado di dare il 100% e anche + solo quando si tratta di qualcosa che mi interessa, che mi occupa la testa 24h su 24. In caso contrario non rendo.
Special Racer è nato semplicemente accumulando le foto di moto in lizza per il mio acquisto. Dal lì sono riuscito a creare una comunità di appassionati e neofiti, senza troppe difficoltà dato che ero io stesso un appassionato di quel mondo. Non nego che molte occasioni di aggregazione, festa etc me le sono ‘rovinate’ a causa del lavoro, ma per me non c’è alternativa. Meglio che la propria passione sia contaminata facendola diventare un lavoro o lavorare a progetti poco appassionanti? A voi la scelta… Io non ho dubbi”.
Lo dicono i dati, lo dicono gli esperti di settore, lo dice il buon senso. Il video è il formato per eccellenza della comunicazione moderna. Eppure, puntare sul formato video non basta. Bisogna capire quale piattaforma social attaccare, con quale strategia, con quale regolarità di pubblicazione etc. Quando hai sviluppato competenze di videomaking e montaggio, e quanto pensi saranno determinanti nell’evoluzione della tua carriera?
“Puoi essere il video maker più bravo sul pianeta, ma se non sai come veicolare i tuoi contenuti sarai soltanto tu a goderne. Le grandi produzioni cinematografiche si suddividono in diversi settori e c’è chi si occupa esclusivamente di alcune mansioni, come la distribuzione. Facendo un discorso in scala, io mi occupo di tutta la filiera, e se non avessi competenze nel mondo del digital, il miei video sarebbero un flop completo.
Il mio primo video risale a dicembre 2016, quindi negli ultimi 9 mesi ho trascorso ogni ritaglio di tempo libero ad imparare (e ovviamente il download di info e competenze è ancora lunghissimo). Fortunatamente sono contornato da amici e conoscenti molto abili, spesso in materie che mi interessano; grazie a loro e a Google sono riuscito a produrre qualcosa che riesce a mettermi il sorriso e mi da la spinta emotiva di creare subito un altro video, migliore ovviamente. Non c’è dubbio che le competenze di videomaking saranno fondamentali per il mio futuro lavorativo, ma solo miscelandole con le mie skills prettamente giornalistiche e da social media manager potrò raccontare una storia a 360°. Perché in sostanza si tratta di questo. Io mi occupo di intrattenimento, le persone ne hanno bisogno… E non guasta affatto se in mezzo ci si inserisce dell’informazione ben fatta”.
Formazione accademica, autoformazione e ora formazione privata. Noi della Digital Combat Academy puntiamo in alto e guardiamo lontano, e così vogliamo che facciano anche i nostri studenti. Come vedi la tua vita professionale da qui ai prossimi 2 e 5 anni?
“Sicuramente sarò indipendente al 100%. Non escludo di collaborare con team di persone, start up, aziende o enti vari, ma è indispensabile che non ricopra un lavoro d’ufficio inteso alla vecchia maniera. Dopo averlo provato sono certo che la scrivania non mi basta. Grazie alla rete, invece, posso trascorrere il mio tempo ovunque ne abbia voglia ed esigenza. Quello che non deve mancare (quasi) mai è la connessione, la corrente elettrica e il mio zaino”.
Domanda di rito. Immagina di parlare con il Lorenzo di tanti anni fa, quello appena uscito dal liceo. Lorenzo non ha ancora bene in testa cosa lo aspetti, o quali strade debba percorrere per avere successo, ma sa di provare interesse verso il mondo di informazione & comunicazione. Quali sono i 3 consigli che daresti al Lorenzo di allora per ottenere il massimo dalla sua vita?
“Caro giovane Lorenzo, se non lo sai, sappi di aver appena compiuto la maggiore età in un’epoca in cui la comunicazione è diventata predominante. Non sappiamo con certezza cosa accadrà nel futuro, ma oggi l’informazione e la comunicazione sono più democratiche che mai, con vantaggi e svantaggi annessi. Sappi che ci sono persone come Mark Zuckerberg che hanno solo 5 anni più di te e hanno conquistato il mondo grazie ai Social Network. Esempi di questo tipo devono ricordarti che in questi anni sarà possibile fare molto più di quello che ti hanno detto, semplicemente perché non lo sanno.
Trascorri più tempo possibile in rete ad imparare e a cogliere le tendenze, ma non perdere mai il contatto con la realtà.
Segui le tue passioni e sbatti forte la testa contro qualcosa da cui eri stato messo in guardia, solo così capirai come funziona il mondo.
Non ti affezionare troppo alle cose, quell’intensità riservala ai rapporti personali. I progetti professionali vanno e vengono, quindi non ti aspettare una faccenda indeterminata che ti faccia dormire tranquillo, così invecchieresti precocemente”.