Sheida Ngoi, Lingue & Comunicazione per Aprire le Porte del Mondo
4 nazionalità di provenienza, 5 lingue apprese lungo il percorso, 6 lavori affrontati nei contesti più differenti. Un’unica persona, infinite sfaccettature
Raccontarsi in 2 minuti di fronte a una camera è già di per sé un’attività complessa. Quando poi il materiale da raccontare risulta potenzialmente infinito, la sfida diventa ancora più stimolante. Si tratta, dopotutto, di condensare molte informazioni in una finestra temporale ridotta cercando di far emergere solo quelle più rilevanti. La Video-Candidatura di Sheida, in questo senso, ha spiccato sia per creatività che per contenuti.
La creatività le ha concesso di dividere il video in capitoli e schematizzare alcune parole chiave su carta, per dare forza ad alcuni concetti mentre esponeva la sua storia e le sue esperienze. Ma la forma deve essere sempre accompagnata dalla sostanza, e la sostanza dei suoi contenuti ha brillato sopra ogni finezza in fase di montaggio. La ricchezza del suo bagaglio culturale, e la molteplicità delle esperienze passate, hanno tracciato il profilo di una ragazza che, nonostante molte difficoltà, non ha mai perso il sorriso. Lo stesso sorriso che ritroviamo con piacere in Aula, ora che fa parte della nostra squadra.
Il destino l’ha portata a gestire la comunicazione di un brand di abbigliamento, ma non stentiamo a credere che il futuro possa portarla ovunque. Il nostro compito, umile ma importante, è di fornirle gli strumenti per affrontare qualunque sfida al meglio delle sue possibilità. Perché, come dice Sheida, le lingue e la comunicazione sono ovunque. E padroneggiare entrambe queste discipline significa, dopotutto, assicurarsi un posto in prima fila per una vita ricca di stimoli.
Per voi, le sue parole.
Che valutazione complessiva ti senti ti dare alla tua esperienza universitaria: bocciata o promossa?
“Direi promossa con 9/10. Avendo studiato Interpretariato e Traduzione, ho avuto la fortuna di frequentare una Facoltà estremamente professionalizzante e concreta. Ho finito l’Università consapevole di avere un ‘mestiere in mano’ e anche se poi ho intrapreso una strada completamente diversa, ho acquisito un know how e una capacità di apprendimento che è e sarà utile in qualsiasi campo professionale. Dopotutto le lingue e la comunicazione sono ovunque no?”.
Si dice che il modo in cui una persona comunica influenza anche il suo modo di ragionare. Al cambiare della lingua, cambia il modo in cui la mente umana attribuisce significato alla realtà circostante. Tu, armata di un arsenale di ben 5 lingue, ti definiresti una persona dalla mentalità aperta?
“Sono decisamente una persona dalla mentalità aperta, ma probabilmente lo ero già prima di imparare tutte queste lingue. Credo che la cosa fondamentale sia più che altro essere una persona comunicativa e sensibile. Quando si studia una lingua, il confronto con la propria lingua e cultura diventa inevitabile, per riuscire a comprendere e fare propria la ‘diversità’ che si ha davanti. Si deve necessariamente mettere tutto in discussione e farsi guidare dalla struttura e dalla filosofia della nuova lingua.
Pensiamo ad esempio ai modi di dire o addirittura al tedesco dove anche i generi delle parole vengono sconvolti: la parola ‘ragazza’ è di genere neutro,’das Mädchen’, o il fiore diventa femminile ‘die Blume’, oppure noi diciamo ‘ho una fame da lupi/leoni’ mentre loro dicono ‘ho una fame da orso'”.
Dall’Europa all’Africa, dall’Africa al Nord America. Con un contesto familiare internazionale come il tuo, la passione per il viaggio deve venire quasi naturale. Che valore ha per te la scoperta di una nuova cultura?
“Scoprire nuove culture mi entusiasma e mi riempie. Ogni volta che parto sono piena di aspettative e curiosità, e ogni volta che torno sento di essere migliore. Sono convinta che la diversità sia una ricchezza e proprio per questo amo nutrirmi di storie e tradizioni diverse dalla mia. Conoscere una nuova cultura ti aiuta a vedere la cose da punti di vista differenti e ti fa capire che il mondo non è tutto bianco o tutto nero, ma ci sono una miriade di colori che meritano di essere scoperti”.
Cameriera, promoter turistica, interprete, traduttrice, infine lo sbarco nella comunicazione & marketing di un brand di abbigliamento. Ogni attività, anche la più umile, ha aggiunto qualcosa al tuo modo di approcciare la vita e le sfide. Quali sono le lezioni più importanti che ti sei riportata a casa da queste eterogenee esperienze di lavoro?
“Sicuramente tantissime. Direi che nei lavori che ho svolto il termine comune sia proprio ‘comunicazione’, in tutti infatti mi sono trovata a dover fare da ponte comunicativo tra due parti. Ho imparato che nella comunicazione l’empatia e la comprensione dell’altro sono fondamentali, anche se non sempre facili. Che a volte basta veramente poco per accontentare una persona. Che anche se ci sono delle gerarchie, in un team ognuno è importante. Ho imparato a far valere la mia opinione e a non farmi mettere i piedi in testa. E cosa più importante ho imparato che bisogna saper ammettere i propri errori e rimediare, non solo nella vita ma anche sul lavoro”.
La moda è una passione che condividi con tua madre, e ora anche l’oggetto del tuo lavoro. Dacci un insight circa la moda moderna: come senti che sta evolvendo in termini di comunicazione?
“Beh forse sembrerà scontato dirlo, ma specialmente dopo quasi 5 anni di lavoro nell’e-commerce, mi sono resa conto di quanto anche il mondo della moda sia stato toccato dalla rivoluzione digitale degli ultimi 10 anni. Il modo di comunicare è letteralmente cambiato a mio parere. Grazie ai social, alle app, ai siti web, ai video ecc. la moda è riuscita ad entrare nelle vite di clienti e appassionati con il minimo sforzo.
Il rapporto tra il cliente e i propri brand preferiti è diventato diretto, il cliente può dire la sua in mondo visione semplicemente commentando un post, oppure contattando il servizio clienti. Oggi le persone possono effettivamente comunicare e interagire con i brand, attraverso il web e la sua multimedialità, e questo fa si che vengano percepiti come delle entità reali, quasi umane”.
Della tua Video-Candidatura è stato stimabile praticamente tutto, in particolar modo il tuo attacco a coloro che, nella vita, tendono ad arrendersi. Dove hai sviluppato questo spirito combattivo?
“Penso di essere sempre stata una persona combattiva, ero il tipo di bambina che se cadeva e si feriva giocando, dopo aver messo un cerotto tornava subito a correre e giocare come nulla fosse. Sono cresciuta in una famiglia di donne, purtroppo i miei si sono separati quando ero molto piccola, ma mia madre mi ha sempre insegnato ad affrontare le difficoltà con forza e coraggio, senza abbattermi. Ci si può lamentare o piangersi addosso, ma ad un certo punto bisogna necessariamente rimboccarsi le maniche e fare la differenza. Dopotutto chi si ferma è perduto! :)”.