Silvia Mammarella, Ambiziosa Network Marketer & Carismatica Insegnante di Zumba
Da quando esiste la Digital Combat Academy sono tante le persone estroverse che hanno fatto il loro ingresso in Aula. Silvia è evidentemente la persona che, tra tutte, spicca per carisma e personalità.
Il contatto di Silvia è arrivato grazie ad un amico comune, Emil Ceron, che oltre ad essere il fondatore dell’agenzia Social Media Lime ci ha anche onorato della sua presenza durante il primo Corso in Aula.
Silvia ha una personalità esplosiva. Se ci esci a prendere un caffè puoi ritrovarti a parlare di qualunque cosa, oltre che a sentirti subito a tuo agio. Ha la mentalità, e l’approccio, di chi ama le persone – in tutte le forme e dimensioni. Il suo operato lo dimostra dato che, sia come network marketer che come insegnante di Zumba, Silvia fa delle persone il suo punto di forza.
Ha saputo alimentare una community solida intorno a lei, e il supporto non arriva mai per caso. Silvia ha saputo parlare quando doveva parlare, motivare quando doveva motivare e, soprattutto, ascoltare quando doveva ascoltare – in un’epoca in cui molti, troppi, hanno disimparato a farlo.
Silvia è stata capace di entrare in Aula con una settimana di ritardo e riprendersi in un attimo tutto il terreno perso. Ci sta supportando nell’attività di community management, sia online che soprattutto offline, facendo da collante per la classe. Il fuoco del suo carattere arde potente in Aula, e chiunque non può fare a meno di scottarsi, con piacere.
Non sappiamo cosa succederà nel futuro di Silvia. Sappiamo, però, che Silvia è destinata a vincere. Ha quel tipo di personalità che la può portare ovunque, in qualunque momento. E per questo siamo affascinati da lei, e dalla sua pazzia visionaria. Ci auguriamo di collaborare con lei a qualunque livello, perché tra persone intelligenti ed empatiche ci si riconosce subito.
Per voi, la sua pazzia visionaria.
‘Business è donna’, recita un tuo recente copy su Facebook. In un mondo come quello degli affari in cui il testosterone sembra essere il filo rosso che lega molte posizioni di potere, quanto è importante per te dimostrare sul campo il tuo valore come professionista ma soprattutto come donna?
“Le donne sono multitasking per natura. È importante accogliere quello che si è, la propria natura per l’appunto, come uno squalo. Guardarsi allo specchio, e domandarsi, e soprattutto ascoltarsi, per poi mettere in pratica. Dividere tutto per piccoli traguardi e farsi travolgere dalla propria personalità. Una donna è una guida, è un esempio per i figli e – diciamocela tutta – un aiuto per il proprio uomo.
La donna ha un’intelligenza emotiva molto sviluppata. Ho letto tanto a riguardo e, anche se non so se io ce l’abbia, mi sono convinta di avercela perché mi conviene. Scherzi a parte, sono felice che posso essere una persona organizzata ma nello stesso tempo creativa e spontanea. Ho bisogno di stare con le mie simili per migliorarmi e so che troverò tante persone del gentil sesso ad accompagnarmi nella mia crescita personale. So che un posto nel mondo c’è, e lo troverò di sicuro”.
Restiamo sul tema ma analizziamolo più a livello macro, meno personale e più nazionale. Vedi margini di speranza per la parità di sesso o, dalla tua esperienza, reputi l’Italia essere ancora troppo indietro rispetto a questo fenomeno?
“Credo che per avere successo una donna debba dimostrare ciò che è realmente e ciò significa, come dicevo prima, comunicare con se stessa e con gli altri. E bisogna essere in linea. Ciò che sei è ciò che trasmetti?
Ho capito che posso avere più possibilità di un uomo di avere successo, e non solo economico, e considerando che vivo in Italia ogni mondo è paese. È il temperamento che conta. Posso lavorare dove voglio. Anche se il lavoro è fatica amo dire che faccio un’attività che mi diverte.
Grazie alla Digital Combat Academy ho scoperto che posso raggiungere e unire tante persone con interessi comuni e farle parlare dando voce ai loro pensieri. Ho un quaderno, da anni, dove raccolgo i miei pensieri, un po’ come un poeta. Tuttavia non lo pubblico, mi serve da promemoria. Due anni fa ho pensato di creare qualcosa di meraviglioso, e sto lavorando per questo”.
A questo punto entriamo nel vivo dell’intervista, e iniziamo a conoscere il fenomeno Silvia Mammarella più da vicino in quanto professionista, insegnante, studentessa. Partiamo proprio dalla prima: cos’è il Vegas Project e come si distingue dalle tradizionali logiche di network marketing?
“Vegas è un’azienda internazionale che rispecchia i nostri valori, è un network basato sulle relazioni e non sui numeri. Il sottotesto dell’azienda è beautiful emotion – è così che si muovono le montagne.
Ho un mio Amazon che però posso condividere con chi voglio e guadagnare ma sopratutto far guadagnare. Io metto me stessa sul mercato e insegno a farlo. Per il resto ci pensa Vegas. Quando il vero prodotto sei tu, beh, tutto viene di conseguenza.
Ho guardato allo specchio mille volte il mio viso e mi sono posta domande che mi hanno scalfito, davvero, ma sono pronta a trovare le risposte ad ogni costo. Sono felice di essere qui, ora, a scrivere di me, perché è sempre stato difficile.
Quando racconto di ciò che ho studiato sono sempre brava ma quando parlo di me sono coinvolta, e le lacrime di gioia scendono sempre. Vegas mi ha dato la forza di essere ambiziosa e non avere paura di farlo. Il presidente ha creduto in me e io ho una responsabilità positiva nei suoi confronti. Così cerco di trasferirla al team”.
Ogni epoca storia ha un suo sport di tendenza, e quello della modernità potrebbe essere propri Zumba, di cui tu sei insegnante da anni. Raccontaci di come ci sei avvicinata a questo mondo e cosa rappresenta per te.
“Lavoravo in un villaggio come animatrice e una signora napoletana mi disse: ‘Signorina, lei fa zumba?’. E io: ‘A me zumba non me lo dici’. E così mi sono iscritta al corso, contro tutto e tutti.
Erano la nona insegnante su Roma e dopo Mediashopping e la Wii ho capito che ero nel movimento giusto. E ho anche capito che potevo usare la mia creatività ed esperienza nel settore a favore di chi aveva bisogno di lasciarsi andare.
Ho sempre ballato, ho sempre espresso i miei sentimenti grazie al corpo quindi quello che sto facendo ora è un next level, perché sto comunicando con le parole ad un pubblico diverso. Non ballo per me ma racconto qualcosa.
Once upon a time una ballerina di danza classica che voleva fare la cantante. Sono sempre stata contraddittoria, ed ora voglio lasciare qualcosa di positivo agli altri. Non so perché ma si crea quell’atmosfera in classe di zumba che è energizzante, contagiosa e non puoi farne a meno di quell’endorfina.
Chi si lascia andare dimagrisce e sorride, e questo è un traguardo piccolo ma riflesso nella vita di tutti i giorni. È un gradino importante. Ho studiato PNL ma non ho avuto molto modo di applicarla. Non ho bisogno di sapere quando una persona mente, mi affido al senso femminile. Diciamo che sono streghetta e penso che il tempo prima o poi rivela la natura umana.
Amo uscire con le allieve di zumba, che chiamo amiche, e fare festa perché la vita è una sola y tenemos que viverla con passione”.
Vegas Project e Zumba hanno nella tua vita un comun denominatore: la community. Sei stata abile ad alimentare l’interesse delle persone tanto offline quanto online, strutturando gruppi Facebook in grado di intercettare l’attenzione di clienti e potenziali tali lì dove essi risiedono, appunto su Facebook. Quanto tempo investi ad alimentare queste community e cosa hai imparato da questa attività lungo il percorso?
“Mia mamma e papà sono esempio di community. Hanno iniziato con il karatè nelle scuole, e dato il loro primo bacio, mentre insegnavano a 18€ al giorno. Ora gestiscono una palestra e insieme gareggiano come arbitri internazionali. Io ho vissuto così: tra la gente, e per la gente. Ho scoperto di avere tanto tempo e quindi a volte non dormo per gestire i miei social.
Non amo Twitter perché ci sono le aziende, ma da brava curiosa sto capendo, grazie ad un amico che è un pazzo.
Ho imparato che se lasci andare il flusso dei pensieri puoi trovare tante persone che li accolgono e che ti danno spunti. Alle persone piace scegliere, piace dire la loro, e piace avere la consapevolezza. Io amo tutto questo. Ho bisogno di gente che obietta perché so che stanno alla ricerca di una verità”.
Si dice che tutti, compresi gli insegnanti, non smettono mai di essere studenti. È ovviamente anche il tuo caso, che ti sei iscritta al Corso in Aula della Digital Combat Academy armandoti di umiltà indossano nuovamente i panni della studentessa. Qual è l’elemento che vuoi maggiormente portarti a casa dal Corso in Aula e come ti vedi nelle vesti di Community Manager della Scuola da qui ai prossimi anni?
“Una mattina mi sono svegliata e ho pensato di prendere un master. Avendo problemi con utilizzo della mia laurea ho pensato di seguire il consiglio di Emil così ho mandato il video e mi sono iscritta. Ed ecco la magia.
Emil è una persona dal cuore grande. Quell’amico che, anche senza sentirci per mesi, appena riappare ti fa sentire a casa. Ho ascoltato saggiamente i suoi consigli mi è stato vicino quando non vedevo la mia luce e ha avuto pazienza.
Grazie a Zumba ho conosciuto la sua personalità e carisma e mi ha aiutata a fare corsi di personal branding al team di Vegas. Praticamente sono andata all’inaugurazione del suo coworking e ho visto concretamente la sua professionalità umana.
Grazie a Federico, il quale ha subito capito che io avessi tanta creatività da dare. Ho iniziato senza sé e senza ma, lasciando disappunto in famiglia come se fossero acqua che scivola sull’olio.
Chi smette di imparare muore dentro. E io voglio essere talmente pesante, carica di esperienza, da non poter camminare”.