Vincenzo Nappi, il ‘Digital Performer’ Che Unisce Arte & Marketing
Dalla carriera come PR alle prime esperienze nel digitale, dalla formazione nelle arti performative ai primi assaggi di Marketing Digitale.
Vincenzo Nappi ha vissuto un percorso molto caratteristico, se non unico nel suo genere. Ha allenato la sua mente, ma anche la sua capacità di stare in gruppo, grazie a contesti professionali e accademici molto eterogenei tra loro.
Dalla linearità con cui descrive le proprie esperienze dimostra di aver saputo prendere il meglio, sempre, da ognuno di questi contesti. Il che lo rende il candidato ideale per il nostro prossimo Corso in Aula, che lo vedrà protagonista proprio dal 15 gennaio in poi.
Vincenzo Nappi è soprattutto un buono. Lo si intuisce subito dall’attacco della sua intervista, in cui ingrazia noi per l’intervista e la nostra community per l’attenzione. Ha evidentemente capito il valore dell’empatia e della relazione, maturata in anni di esperienza come PR e di formazione nelle arti performative.
Dopotutto, per lavorare nel Marketing Digitale, bisogna possedere spiccate competenze umanistiche. Perché creare contenuti per siti web, social media e motori di ricerca è importante. Ma fare network, stringere mani e ascoltare i propri colleghi ha un ruolo altrettanto centrale nello sviluppo di una carriera.
Per questo non vediamo l’ora di stringere la mano, dal vivo, a Vincenzo. Nel frattempo vi lasciamo alla sua storia.
L’organizzazione degli eventi è il campo ideale in cui allenare le prime competenze di public relation e marketing. Dalla necessità di riempire i locali alla gestione dei pr passando per la promozione delle singole serate. Tu quando hai abbracciato questo settore e cosa ti sei riportato a casa da quell’esperienza?
“Vorrei innanzitutto iniziare questa intervista ringraziando chi in questo momento sta dedicando qualche minuto del suo tempo per leggere queste parole e la Digital Combat Academy per l’interesse e l’opportunità che mi sta dando.
Dunque, all’età di 15 anni inizio a frequentare il mondo della movida notturna nel contesto della provincia di Napoli. Quasi subito, insieme ad un amico, decido di creare un piccolo gruppo di pierraggio.
L’obiettivo era riuscire a diventare autonomi nell’organizzazione e nella gestione di un evento musicale, così nel giro di un anno diventiamo un punto di riferimento e tra i primi player delle ‘one night’ organizzate nella zona dell’area nolana, con un target di riferimento orientato agli Under 20.
Questa esperienza, sia da pr e poi da organizzatore, è stata per me una palestra molto importante. Ad esempio, quando ti relazioni da pr con il direttore artistico di una discoteca le prime cose che ti vengono chieste sono i tuoi numeri e il tuo target; per non deludere mai le loro aspettative semplicemente le abbassavo o meglio mettevo sul ‘piatto’ numeri volutamente inferiori; questo mi consentiva di superare sempre gli obiettivi prefissati, aumentare il livello di fiducia sul mio operato e diventare una garanzia.
Con il tempo ho capito che le relazioni con i clienti, i datori di lavoro e soprattutto con i propri collaboratori sono una cosa importante e delicata che vanno curate nel tempo e con costanza. Il coordinamento di un team richiede il giusto equilibrio tra entusiasmo, ragionevolezza e determinazione, saper proporre nuove e stimolanti sfide, e soprattutto, fornire i giusti suggerimenti per potenziare ed ottimizzare il lavoro di tutti”.
Ognuno di noi ha un lato artistico più o meno affinato. Tu ci hai raccontato nella Video-Candidatura di aver frequentato un corso di recitazione. Approfondiamo dunque questo tuo lato artistico: la recitazione come ti ha aiutato a migliorare le interazioni sociali?
“In realtà più che un singolo corso di recitazione, negli anni, ho frequentato diversi laboratori, masterclass e percorsi di formazione nel settore delle arti performative. Questo mi ha permesso di conoscere e confrontarmi con diversi amanti e professionisti del settore, aiutandomi anche ad allenare una ‘mente creativa’.
Quando per la prima volta frequenti un corso di recitazione, di qualsiasi genere, scordati di trovare subito un copione e imparare le battute. Esiste un lavoro propedeutico alla messa in scena di una prova aperta o uno spettacolo, fatto di giochi, giochi seri. Questo lavoro, in un certo senso, è propedeutico anche al modo di affrontare la vita quotidiana e lavorativa.
Allenarsi all’ascolto, lavorare in squadra, favorire il percorso collettivo più che quello individuale, acquisire fiducia, sicurezza e trarre nutrimento dalla presenza e dall’attenzione di altre persone, sono tutti elementi fondamentali per migliorare il tuo modo di relazionarti con te stesso e con gli altri. Credo che l’allenamento di chi lavora nel settore delle arti performative sia una risorsa anche per quei professionisti del web che generalmente definisco ‘digital performers'”.
A questo punto si apre una porta. Un contatto personale ti fa arrivare ad un lavoro, per una piattaforma di crowdfunding. Come hai vissuto la tua prima esperienza nel digitale?
“La mia prima esperienza nel digitale è stata allo stesso tempo entusiasmante, un enorme laboratorio di sperimentazione, e una gran confusione. La mia stessa figura professionale non è mai stata correttamente definita.
Son passato dall’essere responsabile delle partnership a responsabile della comunicazione, da project specialist a blogger. In soldoni avevo la possibilità di occuparmi contemporaneamente di tutti gli aspetti della piattaforma. Cercare, selezionare e seguire nuovi progetti di crowdfunding, lavorare ai principali social media, listare contatti e creare newsletter, occuparmi del blog e delle interviste, trovare nuove partnership, organizzare eventi e proporre nuove attività. Come dicevo, una gran confusione, ma anche un’opportunità.
Ho iniziato a studiare argomenti di settore, utilizzare quotidianamente diversi strumenti digitali, scoprire nuove realtà e possibili partner, ho praticamente costruito (e un po’ inventato!) il mio primo piano di comunicazione. Il lavoro quotidiano ha contribuito ad aumentare la mia curiosità verso il mondo digitale e sempre di più a riflettere sul ruolo che gli sviluppi innovativi legati alle tecnologie digitali avranno nella vita di tutti noi”.
Parliamo senza problemi dei concorrenti, perché non temiamo la sfida. Parlaci dunque del Corso di Webmaster che hai frequentato. Com’era strutturato il corso e che stimoli positivi hai ricevuto da esso?
“Proprio dalla necessità di continuare ad occuparmi quotidianamente di digitale, acquisire nuove competenze e continuare a riflettere ho deciso di frequentare un corso di webmaster. Il corso prevedeva due incontri settimanali in aule attrezzate per un massimo di otto studenti. In nove mesi il mio ‘vocabolario digitale’ è fortemente cresciuto unitamente alla mia curiosità verso codici, cms e tools; ma non solo. Durante il corso ho avuto modo di affrontare, prima da solo e poi in aula, l’argomento più stimolante dal mio punto di vista, la SEO; ed è a partire dallo studio personale su fattori seo, call to action e landing page che sono rimasto folgorato dal mondo del web marketing”.
Qui alla Digital Combat Academy svolgiamo formazione in Marketing Digitale. Abbiamo l’ambizione di trattare tutte le discipline principali del settore in una finestra temporale di 3 mesi. Offriamo competenze pratiche e network di qualità. Utilizziamo allora quest’intervista come piccola indagine di mercato, con una domanda semplice e genuina: tu cosa ti aspetti dal corso di formazione ideale?
“Mi piace pensare che la Digital Combat Academy possa essere un luogo dove il ‘sapere’ viene condiviso senza riserve. Spero che la crescita professionale degli studenti sia motivo di orgoglio per direttore e docenti, ma soprattutto, mi auguro di trovare un network di persone disponibili e che possano diventare un punto di riferimento anche per i futuri progetti e percorsi professionali dei singoli studenti”.
Concludiamo con una visione del futuro alle porte, dato che l’anno è appena iniziato. Che obiettivi ha Vincenzo Nappi per questo grande 2018?
“Ho una missione segreta!”.